RUGBY
TREVISO Per le Iniziative Villorba quello conquistato sabato è stato

Lunedì 3 Giugno 2019
RUGBY
TREVISO Per le Iniziative Villorba quello conquistato sabato è stato uno scudetto più che meritato, sia per quanto fatto vedere durante la stagione, condotta al comando, in solitaria o in compagnia, per 17 dei 18 turni della fase regolare e perdendo solo all'ultima giornata la testa, sia per quanto fatto vedere nella finale scudetto contro il Valsugana. Per Villorba è stata una stagione esemplare, già durante il cammino del campionato si era capito che la squadra di Stefano Tonetto e Federico Zizzola poteva avere i numeri per centrare il grande traguardo e così, dopo 8 anni di assenza, lo scudetto del rugby femminile è tornato a Treviso, nella prima periferia, a Villorba. «Uno scudetto che è il frutto del lavoro compiuto in questi tre anni, durante i quali siamo riuscite a costruire un'ottima squadra, oltretutto molto giovane».
Sara Barattin, capitano delle Iniziative Villorba, al suo quarto scudetto, dopo i tre vinti con le Red Panthers Benetton, riassume così il tricolore conquistato sabato, uno scudetto che per lei ha un valore immenso. «Per me è stato un lungo percorso continua il mediano della nazionale da una decina d'anni non giocavo per vincere un titolo, quindi esserci riuscita ha un grande significato». Qualche piazzato sbagliato ma una meta che ha dato il via al successo. «Potevo immaginarmi che non sarebbe stata una giornata tanto positiva a livello di calci: durante la settimana, in allenamento, non ho avuto una buona percentuale, per fortuna siamo riuscite a sopperire alla mancanza dei punti dalla piazzola con le mete».
FURBIZIA
Una, con molta furbizia, da te realizzata. «Ho colto la disattenzione della difesa avversaria, ci ho provato ed è andata bene». Quando avete capito che poteva essere l'anno giusto? «Abbiamo condotto un girone d'andata quasi perfetto, nel ritorno, invece, abbiamo perso sia a Padova contro il Valsugana che a Colorno. Tuttavia la fiducia nel lavoro che stavamo facendo era massima, non c'era la certezza di vincere il titolo, ma i presupposti per poter disputare fino in fondo una grande stagione non mancavano».
In finale ci si aspettava il Valsugana protagonista, invece avete tenuto voi il pallino del gioco. «Durante la settimana c'era la preoccupazione che la tensione potesse giocarci un brutto scherzo, per molte delle mie compagnie questa è stata la prima finale scudetto, mentre per il Valsugana era la quinta di seguito. Invece, in campo la situazione è stata diversa, fondamentale è stato non aver perso la pazienza in quando abbiamo costretto le avversarie nella loro metà campo non riuscendo però a tornare con dei punti. Abbiamo poi giocato senza frenesia, riuscendo con i trequarti a concretizzare il gran lavoro svolto dal pacchetto».
Quando avete capito che il titolo aveva preso la strada di Villorba? «Dopo la seconda meta della Furlan abbiamo avuto la certezza che il capolavoro era fatto. Però, già nel primo tempo avevamo buone sensazioni, il nostro gioco stava mettendo in affanno le avversarie». È l'inizio di un ciclo? «Penso che già da un po' a Villorba sia iniziato un ciclo. La nostra squadra è giovane, inoltre ieri l'Under 16 ha vinto per il terzo anno di seguito il titolo nazionale, l'Under 18 è arrivata seconda alle finali nazionali, quindi il futuro è più che mai roseo».
Ennio Grosso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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