Rossi e il test benefico a Casarsa con l'amico Vendrame

Venerdì 11 Dicembre 2020
Paolo Rossi, ancor prima di giocare nella Juventus e di vincere il mondiale in Spagna era rinato un anno prima, in primavera, in un'amichevole a Casarsa della Delizia, in una partita benefica. Pablito, come lo appellò Giorgio Lago già cronista e poi direttore de Il Gazzettino, arrivò nel paese di Pier Paolo Pasolini su invito di Ezio Vendrame, che aveva raccolto tanti ex del suo Real Vicenza. In comune avevano la crescita con il mister Giovan Battista Fabbri. Boniperti aveva rimesso Rossi sotto contratto e il club bianconero acconsentì a quella sgroppata fuori ordinanza, chissà se perché la credeva utile alla rinascita sportiva o perché tanto valeva lasciarlo fare. Paolo Rossi ha avuto i suoi periodi bui e allora si stava chiudendo il più triste, legato al calcio scommesse. Tornato ufficialmente in campo nel 1982, giocò le 3 partite conclusive coronate dal ventesimo scudetto juventino. Una decina di anni dopo, Vendrame per premiare la Tilaventina che allenava, promossa dalla Terza alla Seconda categoria, organizzò un altro paio di amichevoli, una in terra vicentina e la successiva allo stadio di San Vito al Tagliamento. In entrambe partecipò nuovamente Paolo Rossi, con le ginocchia scricchiolanti, ovviamente segnando. Alla partitella di Creazzo si vide Rossi giostrare con Vendrame per un tempo. Seguì un mitico convivio, nella trattoria De Gobbi, a cui si mescolò pure Gino Bartali. AIn quel di Prodolone, al giovane scriba accovacciato sulla pista di atletica si avvicinò Pablito dopo aver spedito una palla alle stelle: Hai visto che veleno gli sussurrò ridendo. Quelli calcistici non furono gli unici appuntamenti che videro l'oramai consacrato Pablito nel territorio pordenonese. Tornò persino da politico nel 1999, candidato al parlamento europeo nella circoscrizione Nord Est. E si concesse del tempo per visitare alcune società calcistiche cittadine, come il Vallenoncello. Il trentesimo compleanno della Polisportiva Tamai, nel settembre 2003, lo vide presenziare alla serata di festeggiamenti organizzati dal club biancorosso. Generosa la sua disponibilità al dialogo con i presenti. Altre occasioni, più o meno informali, lo videro ancora ospite. Ho fatto piangere il Brasile è il titolo della sua autobiografia, uscita nel 2002. Adesso a piangerlo ce ne sono molti di più pure qui. Anche nel suo trascrivere ciò che rivedeva con lo sguardo voltato alle cose che furono, non più solo sue, si esprimeva con il leopardiano fuggitivo ridere.
Roberto Vicenzotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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