ROMA La fortuna non sempre aiuta gli audaci. La Lazio ci ha provato. Ha lottato.

Domenica 5 Luglio 2020
ROMA La fortuna non sempre aiuta gli audaci. La Lazio ci ha provato. Ha lottato. Ma stavolta, a pezzi fisicamente, si è dovuta arrendere. Senza cinque titolari è dura per chiunque. Figuriamoci poi se ti manca il capocannoniere del campionato. La rimonta non è riuscita. E così il Milan ancora una volta fa lo sgambetto alla Lazio sulla via dello scudetto. I biancocelesti perdono la prima gara in casa. Tra l'altro solo l'Atalanta dei miracoli, sia all'andata sia al ritorno, aveva fatto tre gol alla Lazio. I rossoneri pur non facendo nulla di speciale portano a casa i tre punti. Regalando così altro terreno alla Juventus che torna a più sette sui biancocelesti. E l'Inter oggi può andare a -1. Calhanoglu e Ibrahimovic, su rigore, e Rebic danno una mazzata ai sogni scudetto della squadra di Inzaghi. Soprattutto se la Juve non perde colpi. Ora a Roma ci si aggrappa al calendario che vede i bianconeri contro Milan e Atalanta. Mentre la Lazio sfiderà Lecce e Sassuolo.
SENZA RIFERIMENTI
La partita è molto tirata. Si battaglia molto a centrocampo. Leiva, recuperato in extremis, gira al minimo. L'elemento di fastidio per il Milan è Parolo quando si alza in fase di possesso palla. Le due squadre, soprattutto all'inizio fanno a trovare gioco con la palla a terra. I rossoneri pressano molto bene e la Lazio fa fatica ad uscire. In avanti si sente l'assenza di un pivot di ruolo in avanti che faccia alzare la squadra. Manca il riferimento in attacco su cui scaricare palla. Inzaghi l'ha impostata tutta sulla velocità e le palle in profondità. Correa però ne riceve poche. Luis Alberto, premiato ad inizio gara come miglior centrocampista del mese di febbraio, deve fare il doppio ruolo: impostare e attaccare. Il Milan si muove bene con i palleggiatori. Ma è la fortuna che aiuta molto la squadra di Pioli. Sul vantaggio di Calhanoglu è decisiva la deviazione di Parolo, sul raddoppio Strakosha aveva preso il rigore di Ibra ma non è riuscito a trattenere la palla.
NESSUNA SCOSSA
Inzaghi cambia e alza Milinkovic in avanti proprio per permettere alla squadra di salire. Difficile giocare senza punte di ruolo, tanto che il primo tiro arriva praticamente al quarantacinquesimo. Nella ripresa dentro Adekanye per provare a dare maggiore peso. Niente da fare perché inevitabilmente la Lazio è costretta al alzarsi per portare pressione e i rossoneri possono colpire in ripartenza. Nasce così il tris di Rebic, nono gol in campionato, che distrugge le speranze di rimonta della Lazio e rilancia quelle del Milan in chiave europea.
LA CHAMPIONS
La panchina corta, al netto di infortuni e squalifiche, è il vero tallone d'Achille dei biancocelesti. Inzaghi ha dato fondo a tutte le sue potenzialità, tanto da essere costretto mandare in campo giocatori con un paio di allenamenti sulle gambe. Ora si fa durissima. E mentre la Juve prende il largo, tentando di chiudere la corsa-scudetto, il vero obiettivo della Lazio resta la Champions. Intanto il Milan si gode la vittoria. E Pioli respira.
Emiliano Bernardini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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