Patròn Cainero: «Sono soddisfatto al cento per cento»

Giovedì 25 Febbraio 2021
CICLISMO, L'INTERVISTA
UDINE Definirlo appagato pare la giusta valutazione dello stato d'animo di Enzo Cainero alla vernice ufficiale del 104. Giro d'Italia. La grande manifestazione ciclistica dei professionisti, alla quale il patròn si dedica dall'inizio degli anni Duemila collaborando con gli organizzatori de La Gazzetta dello Sport-Rcs, a maggio si riproporrà in maniera importante lungo le strade del Friuli Venezia Giulia, come peraltro è già avvenuto diverse volte nel recente passato. Certo tutto rimane avvolto nelle nebbie del Coronavirus, che già nel 2020 aveva costretto il Giro a lasciare il tradizionale mese mariano per ottobre. Allo stato dei fatti, la competizione internazionale tornerebbe in regione per altre tre giornate piene, nel senso che ci saranno tre tappe (un anno fa invece due frazioni, Base aerea Rivolto-Piancavallo e Udine-San Daniele, con l'intermezzo del giorno di riposo).
«Cominceremo nel pomeriggio di sabato 22 maggio - racconta Cainero - con la 14. tappa che partirà da Cittadella per approdare nel Pordenonese, affrontando il Monte Rest. Seguiranno i passaggi in Carnia: Villa Santina, Zuglio, Arta Terme e Piano d'Arta, fino ad arrampicarsi da Sutrio sullo Zoncolan. Replicherà così la salita del 2003, che fu testimone dell'ultimo acuto di Marco Pantani». Un test impegnativo. Non da meno quello di domenica 23. «Proprio così - sorride -. Via da Grado e transiti per Aquileia e Cervignano, prima di dirigersi verso il Collio sloveno e italiano con un circuito di due giri e mezzo, con riferimento particolare a Cormons e Capriva. Un percorso difficile, caratterizzato da salite e controsalite. Me l'ha fatto scoprire l'amico Edi Reja, allenatore di calcio con la passione della bicicletta, che è di quelle parti. Traguardo di tappa in piazza Vittorio, a Gorizia, celebrando la designazione del capoluogo isontino, insieme alla vicina Nova Gorica, come capitale europea della cultura 2025».
Epilogo del trittico regionale lunedì 24. «Via da Sacile con traguardo a Cortina d'Ampezzo, la perla delle Dolomiti - sottolinea -. Voglio rilevare proprio l'attenzione riservata a Sacile: cittadina bella e storica, dalla notevole tradizione sportiva, in particolare per calcio e ciclismo. Di Sacile era Denis Zanette, apprezzato professionista scomparso improvvisamente in giovane età, con due vittorie di tappa al Giro. Sarà un doveroso tributo al suo ricordo». Insomma, tutto bene? «Tre giorni all'insegna di monti, mare e vigneti nostrani nel fine settimana di Pentecoste, che solitamente richiama in Friuli Venezia Giulia anche tanti turisti stranieri, tedeschi in particolare - si compiace Cainero -. Nei nostri alberghi troveranno ospitalità per due notti i 2200 componenti della carovana rosa».
Alla Rcs l'hanno soddisfatta? «Con loro ho un rapporto splendido, di grande disponibilità. Mi hanno accontentato al 100%». Ma le preoccupazioni non sono finite. «Bisogna sistemare la viabilità, dopo le forti nevicate invernali. E non sarà facile - ammette -. Che la fortuna e le capacità di Fvg Strade, che cura la gestione dell'intera rete regionale, ci assistano». Con la Rcs-Gazzetta dello Sport lei ha un accordo che prevede il Giro in Friuli Venezia Giulia nelle edizioni 2020, 2021 e 2022. Quindi l'anno potremo vivere lo spettacolare arrivo sul Lussari, estremo sogno organizzativo di Enzo Cainero? «In realtà doveva già avvenire quest'anno - conclude - ma prima bisogna creare una strada agibile capace di salire al monte dalla Val Saisera. E non è facile».
Paolo Cautero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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