LO SCONTRO
ROMA Non c'è pace per lo sport italiano e non ci sarà finché

Sabato 14 Settembre 2019
LO SCONTRO
ROMA Non c'è pace per lo sport italiano e non ci sarà finché non troverà soluzione la querelle tra Coni e Sport e Salute. Ieri l'ennesima bufera, scatenata dalla divulgazione di due lettere scritte dal presidente del Coni Malagò al Cio, di cui è il membro italiano, denuncia la violazione della Carta Olimpica da parte della legge delega varata dal governo Lega-5 stelle che istituiva Sport e Salute che gestisce i 420 milioni di erogazione pubblica, da distribuire alle federazioni sportive. Le lettere erano, in realtà, la conseguenza della comunicazione ufficiale fatta al Senato da Malagò: le nuove norme avrebbero aperto un rischioso contenzioso con il Cio. Per questo, si era anche ipotizzato un tavolo settembrino a Losanna con gli attori della piece che sta spaccando lo sport italiano, dopo l'ottenimento delle Olimpiadi del 2026 per Milano-Cortina. Pescante, storico membro Cio, ricorda: «Era dovere di Malagò comunicare la novità legislativa contaria alla Carta Olimpica». Ma la bufera deflagra. Le ipotesi circolate di mancata partecipazione italiana a Tokyo 2020 o, la subito smentita ipotesi di revoca dei Giochi invernali avevano acceso la polemica. «Malagò non ha chiesto punizioni per l'Italia - chiariscono dal Cio - e sulla controversia con il governo la nostra posizione è molto chiara ed è stata spiegata in una lettera che è già stata resa pubblica». Il riferimento è al documento dello scorso 6 agosto, successivo alle lettere spedite il 30 e 31 luglio da Malagò, in cui da Losanna espressero «seria preoccupazione per il disegno di legge all'esame del Parlamento».
CONTRIBUTI
L'oggetto del contendere sono ovviamente i soldi, chi e come li gestirà. Contributi che, ora, saranno distribuiti da Sport e Salute: «Ma secondo quanto prevede la legge finanziaria è obbligata a sentire anche il Coni - si lamenta Malagò - e invece siamo al 13 settembre, Sport e Salute esiste da sei mesi ma il nostro rappresentante Carlo Mornati (segretario generale del Coni, ndr) non è stato mai chiamato». Il governo Conte-bis ha eliminato la figura del sottosegretario con delega allo sport (Giorgetti), ma ha istituito la figura del ministero dello Sport (il che a livello Cio fa molta differenza, rispetto ad una Spa).
Ora tocca al grillino Spadafora maneggiare una patata resa ancor più bollente dalle bordate dei suoi compagni di partito Valente («da Malagò una scorrettezza istituzionale senza precedenti») e Di Battista che parla di «alto tradimento» di Malagò auspicando che il governo «esiga le sue dimissioni». Il mondo dello sport resta spaccato, con le federazioni più ricche e visibili a criticare l'operato del presidente del Coni. In prima linea c'è Binaghi (Tennis) che parla di «caso sconvolgente» o come Barelli (Nuoto) che chiede al Cio di dire chiaramente «se la legge infrange la carta olimpica o no».
OLIMPIADI
Il destino di Milano-Cortina? Per Fontana è un falso problema: «Non sono preoccupato, con Malagò lavoriamo ai Giochi da due mesi». Ma i veleni si spandono dal Foro Italico e arrivano fino alle finali Atp di Torino: un successo diplomatico divenuto nuovo terreno di scontro tra Binaghi e Malagò.
Romolo Buffoni
Alvaro Moretti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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