LAZIO VOLA UNO-DUE E INTER KO

Lunedì 17 Febbraio 2020
ROMA La nemesi si manifesta 637 giorni dopo. . E lo fa indossando proprio i panni di quello che fu il colpevole quella notte di maggio del 2018: de Vrij. Il difensore additato come traditore tolse la Champions alla Lazio e ora regala il sogno. Lo fa ancora una volta procurando un rigore, che stavolta dà il via alla rimonta della Lazio. Inter ko per 2-1.
I biancocelesti vincono una gara pazzesca e scavalcano i nerazzurri al secondo posto in classifica. Una favola. La Juve capolista resta a meno uno. Conte, invece, scivola a tre punti sotto i nerazzurri e due sotto Inzaghi. Una vittoria del cuore. Una di quelle che restano incise nella storia indipendentemente da come finirà. La Lazio è forte, è qualcosa di imprevedibile. E come tutti gli imprevisti lascia tutti a bocca aperta.
A VISO APERTO
Come in una partita a scacchi ogni mossa è fondamentale. Ogni movimento deve essere studiato, ragionato e in funzione di quello che farà l'avversario. Ecco perché Inzaghi schiera Marusic a destra al posto di Lazzari. Da quel lato Young è uno che spinge molto e l'ex Spal soffre quando deve difendere. Meglio il montenegrino che copre anche su Vecino in occasione dei calci d'angolo. D'altronde fu proprio l'uruguaiano di testa a portare l'Inter in Champions e condannare la Lazio in Europa. Una ferita apertissima. Proprio come quella di de Vriij, ex fischiatissimo ad ogni pallone toccato. In avanti Caicedo e qualche volta Immobile vanno in pressing su Brozovic, il vero cervello nerazzurro. Luis Alberto è braccato. Conte ha ordinato la marcatura fissa e un raddoppio su di lui, anche se il mago spesso scappa. Più libertà per Milinkovic che quando sale in cattedra fa paura. Un suo destro nei primi minuti fa tremare la traversa e tirare un sospiro di sollievo a Padelli non piazzato bene. La partita è bella perché tutte e due le squadre si affrontano a viso aperto. Entrambe giocano in contropiede. E proprio da una ripartenza nasce il vantaggio nerazzurro: tiro di Candreva, Strakosha respinge male e Young, troppo solo in area, segna. Il tutto nasce da un errore di Jony: troppa fretta nel cross e troppo lento a rientrare. La Lazio gioca benissimo, l'Inter ribatte e punta tutto sulla fisicità di Lukaku.
IL CAPOLAVORO
La Lazio appare leggermente più timorosa dei nerazzurri, complici anche i due gialli rimediati da Leiva e Luiz Felipe. Ma è l'errore di de Vrij a ridare nuova linfa. Rigore trasformato da Immobile che riesce anche ad infrangere quel tabù che lo vedeva a secco contro i nerazzurri con la maglia della Lazio. Inzaghi legge bene la partita e intuisce che è il momento di osera: dentro Correa e Lazzari. Quest'ultimo al posto di Jony con Marusic dirottato a sinistra. Chiaro l'intento di puntare sulle ripartenze a mille all'ora. L'argentino ha subito una palla d'oro ma sceglie la potenza anziché la precisione. Ne esce fuori un tiraccio. Conte sbraita in panchina perché vorrebbe più aggressività dai suoi ma la Lazio quando ha la palla tra i piedi è difficile fermarla. Se Strakosha sbaglia, Padelli fa peggio. Il vantaggio laziale nasce da un angolo di Luis Alberto, Brozovic è prodigioso su in tiro di Marusic, Milinkovic poi danza sul pallone e calcia in porta, Padelli è lentissimo ad andare giù. Il boato dell'Olimpico è assordante. Conte corre ai ripari mettendo Moses ed Eriksen. Ma sono sempre i biancocelesti a fare paura. Immobile si vesta da mago e sparisce tra due difensori, solo un miracolo del portiere nerazzurro evita il gol. Milinkovic è ottimo nel gestire palla. Ed è tripudio biancoceleste. La Lazio vince, sorpassa i nerazzurri e vede il sogno assumere contorni sempre più nitidi.
Emiliano Bernardini
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