La debacle del Cavallino rovina la festa a Binotto

Lunedì 4 Novembre 2019
IL FLOP
Non pensava di festeggiare così male il proprio cinquantesimo compleanno Mattia Binotto, team principal del Cavallino. Non vedere nemmeno una Ferrari a podio non capitava da sei mesi, dal disastroso GP di Spagna e il Cavallino ha portato a casa uno striminzito quarto posto di Leclerc. Purtroppo è accaduto proprio nel giorno della ricorrenza di Binotto, nel GP degli Stati Uniti. Una corsa dove la Rossa, al di là del risultato finale, non è mai stata davvero protagonista. Né in qualifica né in gara. In prova s'è interrotta la striscia felice delle sei pole consecutive Ferrari che durava dal GP Belgio di settembre. In corsa la Rossa ha rivelato di nuovo una preoccupante fragilità, tanto che a Vettel dopo soli otto giri ha ceduto di schianto la sospensione posteriore destra in cima alla salita. Addirittura Vettel si è trovato la sua monoposto impennata pericolosamente su tre ruote, con quella anteriore alzata, manco fosse Marquez in motoGp.
FRAGILITÀ
E non solo: la fragilità Ferrari aveva dato una preoccupante avvisaglia anche nelle prove quando aveva ceduto il motore V6 ibrido sulla vettura di Leclerc costringendo il monegasco a correre con un propulsore usato, della specifica precedente, che in base ai calcoli rendeva la Ferrari n.16 più lenta di un decimo al giro. Ma non è stata certo soltanto colpa del motore la prestazione opaca delle Rosse nel GP degli Stati Uniti. Leclerc ha chiuso il Gran Premio con ben 52 secondi di distacco dal vincitore: un'enormità, quasi un secondo al giro più lento di media. E non basta come consolazione il giro più veloce. Nel GP Usa la superiorità in rettilineo della Ferrari delle gare precedenti non si è mai vista. In compenso si è notata una certa difficoltà di tenuta in curva delle Rosse, dovuta in parte all'asfalto sconnesso della pista e soprattutto alle gomme. Per Binotto la debacle è colpa dell'infelice rendimento degli pneumatici impiegati a inizio gara. La mescola media che aveva funzionato bene nel week end scorso in Messico, in Texas si è rivelata un disastro e Leclerc solo nei primi 20 giri con le medie ha perso quasi 30 dai primi. Il monegasco è riuscito a difendersi un po' solo quando ha montato la mescola dura che aveva invece fallito sette giorni prima. La Ferrari insomma non pare un'auto per tutte le stagioni: è troppo sensibile alle gomme e all'alternanza delle temperature dell'asfalto.
Alberto Sabbatini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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