LA CRISI
ROMA «Lo sport come volano per far ripartire anche il Paese»

Venerdì 27 Marzo 2020
LA CRISI
ROMA «Lo sport come volano per far ripartire anche il Paese» questo il progetto, almeno nelle intenzioni, del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora che ieri ha partecipato alla Giunta straordinaria del Coni chiedendo, in un momento molto difficile «massima condivisione e unione». A cui ha fatto eco il presidente del Coni, Giovanni Malagò sottolineando che «si naviga a vista e che le risorse che non ci potranno essere per tutti». E così le singole federazioni hanno già fatto un piano delle perdite e come poter rientrare che stanno presentando singolarmente al governo. Intanto il presidente e ad di Sport e Salute, Vito Cozzoli (l'assemblea ieri gli ha ratificato il mandato per i prossimi tre anni) ha annunciato «un piano straordinario per far ripartire lo sport». In attesa che vengano varate ha rivelato che sta preparando il rilascio di una piattaforma per «l'accesso facilitato degli operatori sportivi alle misure del decreto Cura Italia». Ma qui più di qualcuno ha ribadito che 50 milioni non sono sufficienti. Secondo un primo calcolo i famosi 600 euro basterebbero per circa 80 mila persone. Ma sono molti di più. Inoltre si è parlato di un «impegno a un versamento nei tempi (metà aprile) o addirittura anticipata della tranche trimestrale dei contributi agli organismi sportivi», per questo serve solo il via libera del Mef.
LO STATO DI CRISI
Senza le Olimpiadi, a proposito il tema della scadenza del quadriennio e le conseguenti elezioni dei presidenti divide ed è ancora tutto da dibattere (Malagò si è dichiarato laico), la preoccupazione è soprattutto di quelle federazioni autonome e per cui il contributo rappresenta solo una minima parte. Il basket, che per primo si è mosso mandando una lettera al governo, ha stimato perdite per circa 50 milioni. Ma a fare da traino in questo momento c'è il mondo del calcio. La Figc nelle vesti del presidente Gravina si farà garante. Ieri il tavolo permanente anticrisi a cui hanno partecipato tutte le componenti ha prodotto un documento con una serie di richieste su tre livelli per grado di urgenza. La cosa che balza subito all'occhio è la richiesta dello stato di crisi. Poi si chiede il riconoscimento dello stato di crisi del settore calcistico per cause di forza maggiore; la proroga delle concessioni d'uso di impianti sportivi e la sospensione del pagamento dei canoni di locazione e concessione; il differimento delle scadenze fiscali, contributive e assicurative e poi l'estensione della cassa integrazione e «anche ai lavoratori dipendenti iscritti al Fondo Pensione Sportivi Professionisti con retribuzione annua lorda non superiore a 50 mila euro lordi». Nella seconda tranche di richieste c'è la creazione di un fondo Salva Calcio, per il quale la Figc destinerà delle risorse ad hoc (verranno chieste anche al Credito sportivo e alla Fifa) che servirà da sostentamento concreto per finanziare la tenuta in sicurezza e la ripartenza di tutte quelle società che rischiano il fallimento.
BATTAGLIA SULLE SCOMMESSE
Poi si passerà ad una fase successiva che vedrà dei provvedimenti che rientreranno in un decreto che sarà varato verosimilmente a maggio a che servirà per la ripresa. Qui rientrano i provvedimenti strutturali. Tra questi c'è una modifica del decreto Dignità: venga abolito, come riportato da Agipronews, solo per un anno il divieto di pubblicità delle scommesse per i club. A fare da sponda al calcio è stato lo stesso presidente del Coni, Malagò che a domanda precisa ha sottolineato: «In un momento in cui si prendono misure senza precedenti, è buona logica provare a chiedere qualcosa che prima non si era riuscito ad ottenere, visto che le risorse non potranno esserci per tutti». Una richiesta che però ha fatto scattare i Cinquestelle che quel decreto l'hanno fortemente voluto. Tra le altre richieste c'è difficilmente verranno accolte ci sono la rivisitazione della legge sugli stadi per snellire l'iter e la Melandri per i diritti tv (ritorno all'esclusiva). Giovedì nuova riunione si parlerà anche di prolungare la stagione oltre il 30 giugno.
Emiliano Bernardini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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