L'ultimo no a Schwazer, addio Giochi

Sabato 15 Maggio 2021
ATLETICA
Per Alex Schwazer è definitivamente tramontato il sogno dei giochi olimpici di Tokyo. La Corte federale svizzera ha infatti respinto il ricorso presentato dal marciatore altoatesino per arrivare in extremis a una sospensione della sua squalifica per doping dopo la piena assoluzione ottenuta in un lungo processo penale. La sentenza è arrivata dopo i pareri negativi espressi da World Athletics, Wada e Tas. Ora, in teoria, Schwazer potrebbe rivolgersi alla Corte Europea dei diritti dell'uomo, ma i tempi sono lunghissimi. In serata la reazione del marciatore azzurro: «Non c'è nessun tipo di rabbia o frustrazione da parte mia. Avevamo solo questa possibilità visti tempi stretti e non ho rimpianti. Dopo l'assoluzione penale ho dato tutto quello che potevo in allenamento, pur sapendo che sarebbe stato difficile che venisse sospesa la mia squalifica. Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto». Il suo allenatore Sandro Donati, storico oppositore a ogni livello del doping, è un fiume in piena: «Alex è un campione che fino all'ultimo ha lottato per fare un'ultima Olimpiade, ma ora,a 36 anni, farà la persona qualunque e il papà, e si riprenderà. La modalità con cui abbiamo saputo della sentenza di oggi è l'ultima beffa: uno dei suoi più costanti aggressori, una persona che mi odia e che è stato il regista di tutta l'operazione, l'ha comunicata a un indirizzario nel primo pomeriggio e poi qualcuno l'ha detto a me».
SISTEMA AUTOREFERENZIALE
«La parola fine l'avevamo già messa, avevamo capito ma abbiamo provato lo stesso - dice ancora Donati -. Questo è un sistema autoreferenziale, di cui la corte federale è il terminale a Losanna, fatto di consuetudini e contatti. Spiegatemi perché hanno deciso quindici giorni prima di fare un controllo a sorpresa il primo gennaio, quando sapevano che i laboratori erano chiusi e le urine sarebbero rimaste in custodia loro per un giorno. Chi c'è dietro? La decisione di controllare Schwazer l'hanno presa un'ora dopo che lui aveva deposto contro dei medici, uno dei quali della federazione internazionale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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