L'OMAGGIO DEI FENOMENI A PASINATO

Martedì 13 Aprile 2021
LA CERIMONIA
La Kioene Arena di Padova per una volta non è stata il teatro di una sfida di SuperLega, né di un concerto, ma dell'ultimo saluto a Michele Pasinato. La famiglia della pallavolo si è riunita per salutare il campione scomparso a 52 anni: dai campionissimi della Generazione dei Fenomeni, ai vertici federali e di Lega, ai ragazzi del settore giovanile bianconero, ai tanti amici che hanno avuto il piacere di conoscere Michele. Tutti in grande ordine, a distanza di sicurezza, secondo i protocolli previsti e secondo l'organizzazione, ancora una volta, eccellente di Pallavolo Padova e dello staff della Kioene Arena, hanno voluto salutare il campione, protagonista in campo e capace di farsi apprezzare come pochi fuori.
Una cerimonia densa di emozioni, celebrata da don Gianluca, parroco della chiesa SS. Pietro e Paolo di Voltabarozzo, rione alle porte di Padova dove la famiglia Pasinato viveva da tempo, assieme a don Celestino e don Piero. Con loro a concelebrare don Luca Gottardo, l'ex giocatore bianconero e fratello di Mattia, il libero della Kioene. La bara del Paso era avvolta dalle due maglie che più di tutte le altre hanno caratterizzato la sua carriera e a cui lui era certamente più affezionato: quella numero 15 della Nazionale e quella numero 13 del Charro. Padova ha salutato il suo campione in quella che è stata e sarà sempre la sua casa, una casa divenuta uno dei teatri del grande volley italiano anche grazie a Paso. E che potrebbe anche prendere il suo nome, come ha detto l'assessore allo sport del Comune di Padova, Diego Bonavina. Le immagini sui maxi schermi, accompagnate da un commosso applauso, hanno riproposto alcune immagini della carriera di Pasinato, prima da giocatore e poi, anche se troppo brevemente, da allenatore. Ricordi indelebili come il suo punto decisivo nella finale degli Europei del 1995 ad Atene che regalò il titolo continentale all'Italia.
A ricordarlo sono stati soprattutto i suoi affetti più cari, la moglie Silvia e il figlio Edoardo, che ha salutato il papà anche a nome del fratello Giorgio: «Ci siamo conosciuti che eravamo ragazzi ha detto la moglie e io sono sempre stata la tua prima tifosa. Ci dicevamo che eravamo come il pane e il burro». Ma anche i giocatori che Pasinato ha allenato nell'under 17 della Pallavolo Padova, il suo vice Nicholas Zambon, il presidente della Pallavolo Padova, Giancarlo Bettio, i colleghi di lavoro lo hanno voluto ricordare.
Alla cerimonia, trasmessa in diretta streaming per chi, come il compagno di squadra e amico Marco Meoni, che oggi vive in Texas, non ha potuto essere presente, hanno partecipato in massa i campioni simbolo della nazionale degli anni novanta, quella che ha cambiato la pallavolo in Italia e Non solo. Campioni come Bernardi, Bracci, Tofoli, Papi, Cantagalli, Lucchetta, Fei, Zlatanov, Gravina, Gardini e tanti altri, compreso Julio Velasco, che hanno voluto salutare un amico e un compagno di squadra. «Quelli passati assieme sono stati anni belli e importanti. Quando giocavamo qui assieme si diceva spettacolo al San Lazzaro - ricorda Fefè De Giorgi, che con Pasinato oltre che gli anni della nazionale ha condiviso anche due stagioni proprio con il Charro -. Non abbiamo parole: sapevamo della situazione ma c'era la speranza che potesse farcela, invece l'abbiamo perso in pochissimo tempo. Io l'ho sempre definito un orsacchiotto: un ragazzo di una sensibilità incredibile, che sapeva dimostrare il suo affetto in maniera personale, anche parlando poco in campo ci dava una grande forza. Siamo costernati: per noi era diventato un riferimento anche in questi anni: nel gruppo della nazionale era sempre il primo a ricordarsi i compleanni. Siamo qui per onorarlo».
Massimo Zilio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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