L'AVVERSARIA
Mica male l'Austria, si pensava peggio. E invece eccola qua, wunderbar.

Martedì 22 Giugno 2021
L'AVVERSARIA
Mica male l'Austria, si pensava peggio. E invece eccola qua, wunderbar. Ci sarà da sudare per l'Italia a Wembley, contro una nazionale di forte impronta tedesca con 20 giocatori su 26 dalla Bundesliga, dove si corre parecchio e spesso con scatti rabbiosi in contropiede breve. Proteggere le spalle sarà una necessità. E' la nostra quarta avversaria di fila in maglia biancorossa. Mai incrociati agli Europei, li abbiamo sempre battuti ai Mondiali, l'ultima nel 1998, una volta pure nella finale olimpica del 1936, e gli abbiamo sempre segnato coi nostri attaccanti celebri: Annibale Frossi, Paolo Rossi, Totò Schillaci che contro gli austriaci avviò la favola nel 1990, Bobo Vieri, Robi Baggio. L'Austria non vinceva una gara in una fase finale proprio da Italia 90, ma qui ne ha vinte due, e mai aveva superato il primo turno. Artefice dell'impresa un allenatore italo-tedesco assai contestato a Vienna perché troppo difensivista: Franco Foda è nato a Mainz da padre veneziano, ha due figli con nomi italiani, Sandro e Marco. Ha allenato una vita lo Sturm Graz, dal 2017 la nazionale. La sua Austria accenna il pressing alto solo a tratti, poi ama rintanarsi per cercare di fregarti in ripartenza, ha i giocatori per farlo. Contro l'Olanda si sono protetti con una difesa a 5, mentre hanno battuto macedoni e ucraini con la difesa a 4. Nessuna stella in apparenza, a parte David Alaba, 29 anni, da poco passato al Real Madrid dopo 13 stagioni al Bayern, l'uomo ovunque col sinistro che canta: nelle prime tre partite è stato centrocampista, difensore centrale e infine terzino sinistro, ha imparato la poliedricità in quei tre anni con Guardiola. Ma occhio al mucchio selvaggio dei centrocampisti, più di lotta che di governo. Vengono dal cuore profondo della Bundesliga e dai laboratori delle sorprese di questi anni, Lipsia e Hoffenheim, entrambe allenate dall'ultimo fenomeno delle panchine, quel Julian Nagelsmann che a 34 anni sta per allenare il Bayern. Il massiccio Schlager, crocchia bionda, è del Wolfsburg ma è cresciuto nel Salisburgo, succursale austriaca del Lipsia. Sabitzer sa fare di tutto dal centrocampo in su, pure assist e gol, del resto nel suo Lipsia corrono tutti come matti. Un altro che non rilassa mai le fauci è Lainer, pure del Lipsia, davanti alla difesa insieme a Grillitsch, dell'Hoffenheim come Baumgartner, 21 anni, che può graffiare negli ultimi 20 metri, suo il gol all'Ucraina dopo aver ricevuto un duro colpo alla testa che l'ha poi costretto a uscire. In attacco il mattocchio Arnautovic, con sempre in canna il gol da far venire giù lo stadio o la fesseria colossale, più spesso la seconda ma non si sa mai. Il portiere è Bachmann del Watford di proprietà dei Pozzo, appena risalito in Premier League. L'Austria è di livello inferiore all'Italia, ma può dare problemi senza adeguate coperture preventive sui contrattacchi. Ha difensori di mille battaglie in Dragovic e Hinteregger, aggirabili con gli scambi brevi e gli azzurri ne sanno a pacchi. E' battibile, certo, l'Austria, ma Mancini ha fatto bene a ruotare parecchi giocatori contro il Galles: le energie saranno indispensabili. Sarebbe stato meglio affrontare l'Ucraina, più compassata e prevedibile. Infatti è quasi fuori dall'Europeo.
Andrea Sorrentino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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