IL VIOLINO DI GARCIA ADDORMENTA SARRI

Giovedì 27 Febbraio 2020
IL VIOLINO DI GARCIA ADDORMENTA SARRI
Doveva essere la medicina, e invece l'andata degli ottavi di Champions League ricaccia la Juventus in fondo al tunnel. La sconfitta contro un modesto Lione (7° in Ligue 1) apre nuovi squarci nelle certezze bianconere, faticosamente ricucite insieme dalle ultime vittorie contro Spal e Brescia. La Juve soffre e mette paura agli avversari solo nel finale, ma più del risultato allarma l'arrendevolezza di una squadra che avrebbe dovuto mangiarsi il campo, e invece esce dal Parc Olympique Lyonnais sbranata dai ragazzi di Garcia, che stravince il duello tattico con Sarri. Nel primo tempo c'è solo il Lione, che dopo 20 minuti di studio trova distanze e ritmo per mettere in difficoltà la Juventus. Aouar è la variabile impazzita tra le linee per gli equilibri di centrocampo e attacco, i bianconeri faticano a contenere la corsa dei francesi, che ci mettono anche qualità.
Sulla carta c'è un abisso tecnico a favore degli uomini di Sarri, ma in campo la differenza si nota solo a tratti, e le occasioni più clamorose sono per i ragazzi di Garcia. Ekambi scuota la traversa dopo 21 minuti con un colpo di testa maligno a Szczesny battuto, un campanello d'allarme sottovalutato da una Juve preda dei soliti vizi.
LA TESTA DI DE LIGT
Ma anche della sfortuna: alla mezz'ora de Ligt è costretto a farsi medicare fuori dal campo - causa pestone fortuito di Alex Sandro - e la superiorità numerica mette le ali ai francesi, fino all'assist d'oro di Aouar per Tousart, che svirgola ma mette alle spalle di Szczesny l'1-0. Manca la scintilla a una Juve troppo passiva, in affanno e incapace di innescare il suo tridente offensivo; senza nulla togliere a Denayer, Marcelo e Marçal ma Cuadrado, Dybala e Ronaldo sono di un altro livello, almeno sulla carta. La partita finisce presto sui binari di Garcia, esattamente come l'aveva preparata nei minimi dettagli il Lione, mentre la Juve che nei primi 45 minuti non calcia mai in porta. E adesso? C'è il ritorno all'Allianz, ma la squadra scriocchiola più del previsto, e i passi indietro mostrati a Lione preoccupano. Pjanic, non al meglio, esce soffocato dalla morsa dei centrocampisti francesi, ancora incomprensibile Rabiot. La Juve dà l'impressione di una squadra a comparti stagni, in cui difesa, centrocampo e attacco non riescano ad interagire, decisamente più dinamico il 3-4-1-2 di Rudi Garcia, con un centrocampo affollato e Aouar affilato alle spalle di Ekambi e Dembelé, mentre il 4-3-3 di Sarri gira a vuoto, troppo scollegato soprattutto tra centrocampo e attacco, con poche idee e ancora meno spunti offensivi.
IL RITMO
Nella ripresa la Juve prova ad alzare il ritmo e torna quanto meno in partita, ma crea comunque poco: le uniche situazioni di relativo pericolo sono figlie di palle inattive. Troppo isolato Ronaldo, Dybala si sveglia alla fine, mentre Cuadrado non trova la posizione. Così diventa complicato segnare, e infatti la Juve non ha la lucidità o i mezzi per trovare la via della porta. Sarri prova a scuotere i suoi con Ramsey e Higuain per Pjanic e Cuadrado. Tridente pesante per uscire dai guai, Dybala si accende e prova a innescare Higuain (fuori di un soffio), poi protesta su una trattenuta in area di Guimareaes, ma all'Allianz Stadium servirà un po' di più di così per passare il turno.
Alberto Mauro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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