Il Sarrismo dai dilettanti alla panchina della Juve

Lunedì 17 Giugno 2019
Gli auguri a tutti i suoi colleghi allenatori dilettanti arrivano da una carriera che nel 1990 è cominciata a Stia, quindi proseguita a Faella, entrambe in Seconda categoria. L'ufficializzazione dell'arrivo di Maurizio Sarri sulla panchina della società più vincente in Italia, mentre per similitudini oltre confine italico c'è da attendere, può far tirare un sospiro di sollievo ed alimentare auspici se non a tutti almeno a molti tecnici dilettanti. Quelli che inseguono lo stesso sogno, ma intanto sono infangati sui campetti minori. Va ricordato che dopo tre stagioni dagli inizi in Seconda, Sarri ha compiuto un doppio salto andando in Promozione, ottenendo i primi risultati positivi con Cavriglia e Antella, portate in Eccellenza. Quindi Valdema e Tegoleto, per essere ingaggiato nel 2000 (non brutto il suo primo decennio) dal Sansovino, con cui in 3 stagioni passa dall'Eccellenza alla C2. Allena nei professionisti dal 2003 (Sangiovannese nella Val d'Arno), subito con salto in C1. Nel 2005 arriva a Pescara in serie B, dove ancora si ricordano di mister Galeone e del suo discepolo Massimiliano Allegri. Quello di cui è successore in bianconero. Nell'Arezzo subentra ad Antonio Conte (che incroci pregressi) e, prima dell'esonero, pareggia 2-2 sia in casa della Juventus che al San Paolo con il Napoli. Avellino, Verona, Perugia e Grosseto colleziona subentri ed esoneri. Ad Alessandria un'altra secondo lui bella esperienza, prima di Sorrento di nuovo in Lega Pro. Quindi il lancio a Empoli, transitando per Napoli prima di emigrare al Chelsea. In un quarto di secolo dalla Seconda categoria alla Champions League: uno su mille ce la fa, lui come esempio. r.v.
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