Il governo tende una mano allo sport Il calcio ha già pronte nuove soluzioni

Martedì 17 Marzo 2020
IL PROVVEDIMENTO
ROMA Il governo tende una mano al calcio e allo sport in generale. E di fatto certifica che tutto il movimento è in crisi. Non solo la serie A. Il decreto firmato ieri dal Consiglio dei ministri ha inserito, tra le altre cose, la sospensione degli adempimenti fiscali e contributivi per tutte le società, professionistiche e dilettantistiche fino al 31 maggio con pagamenti spostati al 30 giugno (in un'unica soluzione). Altrimenti è possibile una rateizzazione con di 5 versamenti mensili a partire da giugno. Inoltre c'è la possibilità di ricevere seicento euro di indennità a tutti i lavoratori autonomi del comparto e ai collaboratori sportivi. Sarà una tantum per aiutare chi è rimasto senza entrate a causa della chiusura di tutte le strutture sportive. Prevista anche la cassa integrazione in deroga. Un primo passo per sostenere tutte le società in crisi economica.
FORZA MAGGIORE
Un provvedimento caldeggiato da tutto il mondo dello sport e in particolar modo dalla Federcalcio che nei giorni scorsi si era esposta molto sull'argomento. A seguito della lettera inviata dal Coni in data 12 marzo, la Figc ne ha inviata un'altra il 14 a tutte le sue leghe in cui inviata a raccogliere tutte le varie istanze e a consegnarle entro e non oltre lunedì 23 marzo. Nelle due pagine il presidente Gravina rivendica anche un ruolo di centralità della federazione in questa interlocuzione con il governo. Non a caso sta già lavorando ad un provvedimento da presentare al Mef che verrà esaminato per i prossimi decreti che verranno emanati. Si parla di abbattimento dell'Irpef sui contratti di lavoro per sei mesi, sospensione dei pagamenti degli interessi passivi sui finanziamenti bancari e leasing, la possibilità attraverso il rilascio di un certificato di forza maggiore di rinegoziare con fornitori e dipendenti i contratti inerenti alla gestione societaria. La forza maggiore non può essere applicata ai diritti tv, mezzo principale di sostentamento del calcio. Ecco perché per questo si è pensato a due strade: 1) riduzione dell'iva e abbattimento al 10% di quella sugli abbonati. 2) destinare al calcio una quota dei proventi delle scommesse sportive. Un vecchio cavallo di battaglia della Figc targata Gravina.
LA STIMA
Un primo bilancio delle perdite è già stato fatto, in attesa del rapporto che Deloitte stilerà in settimana. Un buco enorme. Basti pensare che la serie A da sola lamenta una perdita di quasi 500 milioni (se il campionato non dovesse ripartire). Quasi 400 sarebbero i mancati introiti dei diritti tv nazionali e internazionali. A cui vanno aggiunti i mancati incassi del botteghino circa 60 milioni e ricavi terzi come ad esempio il merchandising (30 milioni).
Emiliano Bernardini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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