IL GIRO RIPARTE DALLE MONTAGNE

Martedì 20 Ottobre 2020
CICLISMO
Il Giro d'Italia riparte da dove si era fermato, in Friuli, per l'ultima settimana di questa tribolata edizione. Oggi è in programma la sedicesima tappa, che prenderà il via da Udine per giungere dopo 229 chilometri a San Daniele, un percorso tutt'altro che semplice, con sei Gpm (di seconda e terza categoria) che potrebbero farsi sentire nel finale, considerando anche la lunga distanza, non abituale nella corsa rosa 2020. I primi 150 km fino all'ingresso in circuito si svolgono in un continuo su e giù con tre Gpm mediamente impegnativi: il primo la Madonnina del Domm è il più lungo e ripido, i successivi (Monte Spig e Monteaperta) presentano punte a due cifre di pendenza, ma sono più brevi. Giunti a Majano, si entra in un circuito che porterà per tre volte a salire in direzione Muris di Ragogna (2.8 km al 10.4% medio, con punte del 16%). Anche l'arrivo nella patria del prosciutto non sarà una passeggiata, visto che all'ultimo chilometro ci sarà un tratto al 20%.
Nelle intenzioni del patron delle tappe friulane Enzo Cainero era una tappa-omaggio a Alessandro De Marchi, visto che si svolge nelle zone dove il Rosso di Buja si allena da sempre; invece al termine del Tour de France la sua squadra, la Ccc, gli ha comunicato che non sarebbe stato convocato. «Doveva essere una giornata di festa, un sogno che si realizza, avrei dato l'anima in questi giorni, invece mi piange il cuore essere solo spettatore nella mia regione», ha scritto ieri De Marchi sui suoi profili social postando il video di presentazione della tappa che aveva realizzato lo scorso maggio.
Sulle strade tanto care al 34enne friulano non è da escludere qualche sorpresa, anche se logica vuole che gli uomini di classifica decidano di risparmiare energie in vista dell'arrivo di domani a Madonna di Campiglio, di giovedì allo Stelvio e di sabato a Sestriere, senza ovviamente dimenticare la cronometro finale di Milano.
LOTTA APERTA PER IL PODIO
Peraltro le previsioni meteo lasciano trasparire un certo ottimismo sulle possibilità che la corsa possa transitare oltre quota 2000, ipotesi che solo fino a qualche giorno fa appariva remota a causa della neve e delle temperature sottozero. Il piano B, con il passaggio su altre montagne, resta sempre un'ipotesi sul tavolo, ma il direttore del Giro Mauro Vegni vuole fortemente che il percorso originario venga rispettato e continua a manifestare ottimismo in questo senso.
Ritornando alla tappa odierna, non è comunque da escludere che qualche big possa attaccare, considerando che alle spalle della maglia rosa Joao Almeida e dell'olandese Wilco Kelderman, distanziati di soli 15, c'è un ampio spazio dove tanti vorrebbero infilarsi, visto che in palio c'è comunque ancora un posto sul podio finale di Milano, ammesso e non concesso che i primi due gradini siano già occupati. Attenzione in particolare alla Sunweb, già grande protagonista a Piancavallo, che può sfruttare il vantaggio di avere due uomini nell'alta classifica (Kelderman e Hindley) in grado tatticamente di mettere in difficoltà Almeida. E poi c'è Vincenzo Nibali, che dopo il ko sulla salita dedicata a Pantani non è apparso particolarmente deluso, forse consapevole di non essere sul livello dei migliori oppure perché sa di avere pochi rivali quando si sale oltre una certa quota.
Bruno Tavosanis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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