ESTASI ROVIGO È COPPA ITALIA

Domenica 19 Gennaio 2020
ESTASI ROVIGO È COPPA ITALIA
RUGBY
La FemiCz Rovigo vince la prima Coppa Italia di rugby della sua storia e la celebra come se fosse uno scudetto. Oltre tremila spettatori, tuffi di gioia dei giocatori sul fango, pubblico rimasto sugli spalti nonostante la pioggia battente fino a dopo le premiazioni, fatte dal consigliere federale Fabio Beraldin (ex petrarchino). Soprattutto nel Battaglini in festa si è respirato un senso di liberazione dal peso delle finali perse. Non solo le tre di Coppa Italia precedenti (98, 06, 14), ma soprattutto le 3 su 4 in casa negli ultimi dieci anni fra campionato e coppe. Compresa quella del 2011 contro i cugini, di cui ora è arrivata la rivincita.
IL TABÙ DELLE FINALI
L'Argos Petrarca Padova, dal canto suo, per quasi un'ora s'illude di portare a casa il successo grazie al piazzato al 10' di Paolo Garbisi. Reso prezioso da una difesa efficace e a tratti stoica, capace di neutralizzare il dominio territoriale dei rivali. Ma il muro si sgretola sull'ennesima percussione di Matteo Ferro ed è la meta del sorpasso. L'unica della gara. Un divario poi ampliato dal piede del grande ex Andrea Menniti-Ippolito fino al risultato conclusivo di 10-3.
Questo è quanto ha detto il derby d'Italia ieri al Battaglini, valevole per la prima volta per una finale di Coppa Italia. «Un derby d'altri tempi» ha commentato uscendo dallo stadio Giulio Baratella, ex pilone rossoblù dell'era Botha. Vero. Tale l'hanno reso le condizioni atmosferiche: 80' di pioggia, terreno trasformato in palude, giocatori infangati e indistinguibili, combattimento che ha prevalso sul gioco, punteggio chiuso. In questa battaglia hanno avuto la meglio per Rovigo la strategia impostata da Casellato e Properzi (finale bagnata, finale fortuna per loro, come lo scudetto 2013 a Mogliano); la voglia di vincere; il pacchetto di mischia extra large (circa 900 kg); la bontà dei cambi; la supremazia in chiusa (7-4 i falli a favore); la disciplina (18-9) sul quale il tecnico rivale Andrea Marcato si è lamentato dell'arbitraggio: «Manderemo un report alla Fir».
SUPREMAZIA E DIFESA
Tanta supremazia nel primo tempo non si è tradotta in punti per l'imprecisione al piede di Menniti-Ippolito, un calcio fuori al 3', uno sulla traversa al 30', e per la scelta di giocare in touche due calci facili al 21' e 36', non riuscendo poi a sfondare e beccandosi due falli contro. Morale: il potenziale 12-3 si trasforma nel reale 0-3.
La ripresa comincia sulla stessa falsariga. Fino a quanto, sull'ultima azione in superiorità numerica per il giallo a Michieletto (placcaggio pericoloso su Mtyanda) Rovigo conquista fallo in chiusa. Va in penaltouche e l'avversario rientra. Cattura il lancio. Avanza in maul. Giocano il vantaggio concesso dall'arbitro per il crollo. Innesca i raccoglie e vai fino a quello decisivo di Ferro. Eletto uomo del match per la meta decisiva e perché è uno tre in campo 80'.
La partita si decide qui. Il Perarca non ha la forza di reagire. L'unica occasione al 57', su avanti maldestro di Menniti-Ippolito nei sui 22 metri, porta all'ennesimo fallo in mischia. Replicato al 70' a campo capovolte nel piazzato del 10-3. Mentre al 76' il calcio per andare oltre break (fallo in maul) è fallito. Così c'è ancora un barlume di speranza, o sofferenza a seconda dello schieramento, quando D'Amico si becca un giallo per un calcio a un rivale. È il 78'. La difesa rossoblù resiste a centrocampo i 2' necessari fino al fischio finale e poi la squadra può gioire.
Ivan Malfatto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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