DIETRO LE QUINTE
Un bagliore dorato illumina la serata bellunese. Arriva dalla

Martedì 14 Settembre 2021
DIETRO LE QUINTE Un bagliore dorato illumina la serata bellunese. Arriva dalla
DIETRO LE QUINTE
Un bagliore dorato illumina la serata bellunese. Arriva dalla zona dei pullman. E da un oggetto tondo, pesante e di magnetica bellezza. Insomma, da una medaglia: la più preziosa che esista. Almeno per uno sportivo. La medaglia di qualcuno che ha vinto un'Olimpiade. E quel qualcuno è Francesco Lamon: il trionfatore della gara di inseguimento a squadre, in Giappone, insieme a Jonathan Milan, Simone Consonni e Filippo Ganna. Tutto nasce quasi per caso, mentre Lamon sta parlando con giornalisti e tifosi, prima che inizi a pedalare: Francesco, ma non è che la medaglia te la sei portata a Belluno? No, vero?. E invece sì. Così, Lamon sale sul pullman e si presta, con grande disponibilità, al rito delle foto: «Sono molto geloso della medaglia d'oro - ha spiegato - devo sempre sapere dov'è. Ho parlato con i miei genitori della possibilità di custodirla in banca, ma non è ciò che voglio. La medaglia sta dove sono io».
OCCASIONI IDEALI
Lamon teneva parecchio al Cycling Criterium Stars. E lo ha dimostrato in maniera concreta. Attraverso la semplice presenza? Non solo, l'azzurro si è dannato l'anima per rientrare in gruppo dopo una foratura: «Il Criterium è il modo più giusto per promuovere il ciclismo. Manifestazioni di questo tipo, peraltro, sono difficili da organizzare. Dovrebbero farne tre al mese, non una all'anno. Anche perché veder passare i campioni più volte è un'emozione ben diversa rispetto a quando li vedi a sfrecciare a 70 all'ora, come accade nelle tappe del Giro d'Italia. Quindi ben vengano simili eventi: quando mi hanno invitato ho deciso subito di accettare». A differenza di Colbrelli: «Non sapevo nulla della sua assenza. Domenica, comunque, gli ho fatto i complimenti per il successo a Trento».
BRAVO PIETROBON
E i complimenti li merita pure il nostro Andrea Pietrobon: bellunese doc, e fra i protagonisti del Giro Under 23, è andato in fuga con altri tre corridori, riuscendo a mettere in mostra le sue qualità nel circuito di casa. E guai a parlare di semplice esibizione. Perfino Lamon potrebbe inalberarsi: «In realtà sono corse difficili e molto impegnative dal punto di vista tecnico. E non è detto affatto che vinca il migliore». Pur essendo veneto (è nato a Mirano, in provincia di Venezia), l'olimpionico non conosceva Belluno: «Ero stato solo di passaggio, ma essere qui mi emoziona. Ci sono venuto stravolentieri».
UN PRO DI 50 ANNI
Anche Davide Rebellin, terzo al traguardo, è rimasto incantato dalla città dolomitica: «Il centro storico è bellissimo, l'ideale per organizzare queste manifestazioni, accogliere il pubblico e ospitare un simile spettacolo». Professionista dal 1991, il vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi (era il 2004) ha appena spento 50 candeline: «Il ciclismo è la mia vita e allenarmi è una gioia. Ogni gara è una sfida: fino a quando mi sento bene, perché non continuare? Colbrelli? Non è detto che questo genere di scelte dipendano dal ciclista, però le promesse non vanno disattese». A nobilitare la kermesse hanno contribuito gli ex pro Franco Pellizotti (artefice del cambio gomma a Lamon, quando l'oro di Tokyo ha forato), Alessandro Bertolini, Angelo Furlan, Alessandro Vanotti, il feltrino Alex Turrin. E una ventina di professionisti fra i quali Matteo Pelucchi, Davide Cimolai e Andrea Pasqualon.
MdI
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