Davide Malacarne, nuovo lavoro e addio sogni in bici

Martedì 21 Agosto 2018
Davide Malacarne, nuovo lavoro e addio sogni in bici
IL PERSONAGGIO
Nuova vita per Davide Malacarne, o forse è più corretto dire nuovo lavoro che con tutte le implicazioni del caso può esser visto alla stregua di un nuovo percorso non solo professionale. Iridato nel ciclocross nel 2005, lo stesso anno nel quale ha vinto anche la Coppa del Mondo Juniores, nove anni da professionista nel ciclismo su strada con Quick Step (con cui ha conquistato l'unica vittoria: una tappa del Giro di Catalogna), Europcar e Astana, Davide ebbe un momento di maggiore notorietà nel Giro d'Italia 2016 quando una campagna promozionale studiata in provincia gli abbinò l'azzeccato tormentone ma-la-carne declinato in tutte le salse dai suoi fans e immortalato dalle televisioni di tutto il mondo. Ma ora il feltrino ha cambiato lavoro. Non troveremo più l'ex prof a Busche presso Lattebusche: da un paio di mesi infatti Davide presta la sua esperienza in Selle Italia, la ditta di Asolo famosa in tutto il mondo per il suo prodotto, l'ammirata e ambita sella usata da molti team professionisti. Davide torna dunque nel suo ambiente. «A Busche non stavo male, anzi dovendo staccare dal ciclismo è stato l'ideale e ringrazio quanti si sono adoperati per quella sistemazione che si sapeva sarebbe stata limitata nel tempo. Poi incontrandomi con i signori Bigolin (Riccardo e Giuseppe, ndr) è nata questa opportunità e in breve ci siamo accordati. Ha prevalso il fatto che mi sono sempre comportato bene e che conosco un sacco di gente nell'ambiente. Contatti che possono tornare utili nel mio nuovo lavoro».
Qual è esattamente il tuo incarico e dove lavori?
«Lavoro nel settore commerciale. Al momento seguo molta Italia, Francia e Belgio con orizzonte allargato al resto dell'Europa nel 2019. Seguo i negozianti, devo spiegare loro la tecnica della sella, i sistemi di lavorazione, le caratteristiche, quale modello per quale cliente. Sembra una banalità ma c'è ancora molto da far conoscere ai negozianti, e di conseguenza al pubblico, di questa parte che non esito a definire fondamentale della bicicletta. Il mio compito è quello di rendere la sella ancor più famigliare a tutti».
Cosa ne sarà del Mala in bici?
«Continuerò a correre con il team Olympia, senza incertezze. Lì siamo tutti liberi di fare quel che possiamo. Tranne i prof Marzio Deho e Jacopo Billy gli altri come me sono lavoratori e gareggiano per puro divertimento. Primo o cinquantesimo non importa, il mio l'ho fatto e ora in bici mi diverto, dando passione e consigli a più giovani».
Ti vedremo alla 3Epic, al Mondiale marathon mtb di Auronzo a settembre?
«Si va per convocazione, il ct non mi ha chiamato quindi logico che non ci andrò. Giusto così, altri hanno fatto risultati migliori dei miei e non ci penso più: l'argomento è chiuso. Ho anche avuto qualche problema fisico che quest'anno mi ha ostacolato e che tuttora non ho del tutto risolto. Li vedrò in televisione, senza rimpianti, vale quanto detto prima: il mio l'ho fatto».
Riccardo Menegatti
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