Da reietto a risposta rossonera a Ronaldo e Immobile. Un mese non può fare

Martedì 18 Febbraio 2020
Da reietto a risposta rossonera a Ronaldo e Immobile. Un mese non può fare testo, ma in questa parentesi Ante Rebic ha segnato quasi quanto CR7 e il capocannoniere del campionato. E soprattutto il croato è stato spesso decisivo, come contro il Torino: con la quinta rete nelle ultime cinque gare di campionato, una in meno rispetto a Ronaldo, e la sesta nelle ultime sette uscite comprendendo la Coppa Italia (una in meno rispetto a Immobile), Rebic ha regalato al Milan il sorpasso ai danni di Napoli e Bologna e il ritorno in zona-Europa, accanto a Verona e Parma. Merito della girata nell'angolino al 25', su bel servizio di Castillejo, altro rigenerato del 2020, su una palla recuperata alta dai rossoneri. Tanto è bastato a Stefano Pioli in una serata non facile, con il terreno bagnato che ha inciso sulla tenuta di una squadra al terzo match in otto giorni (dopo Inter e Juve) quasi sempre con gli stessi interpreti. Anzi, le rotazioni si sono assottigliate con tre forfeit in poche ore: in mattinata si era fermato Calhanoglu (problemi all'ileopsoas), a fine primo tempo Kjaer si è bloccato per noie alla coscia sinistra dopo un allungo per anticipare Belotti. E contestualmente Musacchio ha lamentato noie a un polpaccio, da capire di quale entità, visto che l'argentino più volte sollecitato a entrare da Pioli, con Kjaer a terra si è chiamato fuori. Lasciando così spazio a Matteo Gabbia, difensore cresciuto nel vivaio e autore di un debutto incoraggiante in A.
TORO SPUNTATO
Facilitato peraltro da un Toro spuntato: il discreto secondo tempo non è bastato per impegnare Gigio Donnarumma, quasi inoperoso nella sfida tra i migliori due portieri della A, di fronte all'altro azzurro Salvatore Sirigu. E per Moreno Longo il compito si complica: il Toro, che ha subito il doppio delle reti rispetto a un anno fa di questi tempi, è soltanto a +5 sulla zona-retrocessione, e vive una striscia di cinque sconfitte consecutive.
Il Milan ha preso subito l'iniziativa e la pressione alta portata da un Paquetà volitivo ma con poca intesa con un Ibrahimovic attivo nel gioco di sponda, prima di calare nella ripresa. Paquetà non è riuscito a bagnare con una rete la prima da titolare dopo tre mesi: al 20', infatti, il sinistro angolatissimo è stato deviato dall'intervento da applausi di Sirigu. Prova generale del gol, con Berenguer a tergiversare sulla propria trequarti, palla rubata da Kessie, assist di Castillejo e perfetta deviazione di Rebic, anticipando Lyanco. Da qui, il Milan ha gestito, sfiorando il bis al 48' con il destro a effetto di Ibrahimovic e al 53' con il sinistro strozzato di Castillejo, e rischiando poco sulla volée di De Silvestri (alto sulla traversa) e sul colpo di testa di Belotti (sicuro Donnarumma).
Nel frattempo, a incitare il Milan è una leggenda come Ruud Gullit: da Berlino, dove ha partecipato ai Laureus Awards in qualità di membro dell'Academy (premio sportivo dell'anno a Leo Messi e Lewis Hamilton), l'olandese ha auspicato che per gli ex compagni Paolo Maldini e Zvone Boban «ci sia margine di manovra, loro sanno cosa fare. Però non si capisce se per la proprietà il Milan sia soltanto un investimento, non è chiaro l'obiettivo. Non si può vincere soltanto con i giovani: Ibrahimovic ha dato coraggio, è importante».
Loris Drudi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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