Claudio De Min
Mai fidarsi del calcio, soprattutto di questo calcio, fatto di partite che si susseguono una dopo l'altra, pieno di infortuni, di contagi, giocato dentro stadi deserti e nel quale, dunque, i giudizi sembrano scritti sul ghiaccio in pieno deserto.
Prendi la Juve, data per morta dopo essere stata maltrattata dall'Inter, e tutta sorrisi oggi, con la Supercoppa in bacheca, la chiara vittoria sul Bologna di ieri, i cinque punti recuperati alle milanesi (tre al Milan, due all'Inter) e il sorpasso al Napoli. Anche grazie va detto - ad un assetto più plausibile: nel rovinoso ko del Meazza le assenze hanno avuto il loro peso ma anche Pirlo ci ha messo del suo. Il tutto mentre i malconci bianconeri cominciano a tornare da contagi e stiramenti (dopo Cruadrado, sono riapparsi anche De Ligt e Demiral). E fermo restando che i punti dilapidati fino a qui (Crotone, Benevento e Lazio) difficilmente passeranno inosservati alla conta finale.
Per non parlare del Napoli, in paradiso domenica scorsa dopo la goleada alla Fiorentina, all'inferno otto giorni dopo, fra il ko di mercoledì e quello di ieri a Verona.
E le milanesi, si diceva, giustamente celebrate in settimana e poi all'improvviso capaci di racimolare un piccolo punto al Friuli (Inter) o addirittura prese a pallate dall'Atalanta (il Milan, comunque campione d'inverno). Se nel primo caso, per il mancato aggancio ai cugini si può dare la colpa alla settimana di celebrazioni post-Juve (con l'Udinese tutte le squadre di alta classifica avevano vinto), nel secondo l'attenuante sono sì le pesanti assenze (Calhanoglu più Bennacer più Romagnoli e Saelemaekers), che però altre volte il Milan aveva assorbito con maggiore disinvoltura e fatto salvo il fatto che, quando funziona, l'Atalanta fa davvero paura. Proprio mentre si dava un gran daffare sul mercato, mostrando di cominciare a credere nell'idea scudetto, per il Milan è arrivata la sconfitta più rovinosa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Prendi la Juve, data per morta dopo essere stata maltrattata dall'Inter, e tutta sorrisi oggi, con la Supercoppa in bacheca, la chiara vittoria sul Bologna di ieri, i cinque punti recuperati alle milanesi (tre al Milan, due all'Inter) e il sorpasso al Napoli. Anche grazie va detto - ad un assetto più plausibile: nel rovinoso ko del Meazza le assenze hanno avuto il loro peso ma anche Pirlo ci ha messo del suo. Il tutto mentre i malconci bianconeri cominciano a tornare da contagi e stiramenti (dopo Cruadrado, sono riapparsi anche De Ligt e Demiral). E fermo restando che i punti dilapidati fino a qui (Crotone, Benevento e Lazio) difficilmente passeranno inosservati alla conta finale.
Per non parlare del Napoli, in paradiso domenica scorsa dopo la goleada alla Fiorentina, all'inferno otto giorni dopo, fra il ko di mercoledì e quello di ieri a Verona.
E le milanesi, si diceva, giustamente celebrate in settimana e poi all'improvviso capaci di racimolare un piccolo punto al Friuli (Inter) o addirittura prese a pallate dall'Atalanta (il Milan, comunque campione d'inverno). Se nel primo caso, per il mancato aggancio ai cugini si può dare la colpa alla settimana di celebrazioni post-Juve (con l'Udinese tutte le squadre di alta classifica avevano vinto), nel secondo l'attenuante sono sì le pesanti assenze (Calhanoglu più Bennacer più Romagnoli e Saelemaekers), che però altre volte il Milan aveva assorbito con maggiore disinvoltura e fatto salvo il fatto che, quando funziona, l'Atalanta fa davvero paura. Proprio mentre si dava un gran daffare sul mercato, mostrando di cominciare a credere nell'idea scudetto, per il Milan è arrivata la sconfitta più rovinosa.
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