CICLISMO
La mancata elezione di Silvio Martinello al vertice della Federazione

Lunedì 22 Febbraio 2021
CICLISMO
La mancata elezione di Silvio Martinello al vertice della Federazione Ciclistica Italiana ha lasciato tanto amaro in bocca ai numerosi sostenitori che vedevano in lui l'anima di un cambiamento di direzione. La grande occasione, per il Veneto, in cui era auspicata l'unione e la collaborazione di tutti, è andata sprecata in una pozza di veleni.
I fan della sua candidatura sui social si sono scatenati, con frasi del tipo Non troveremo mai una persona altrettanto capace, competente e vera come Silvio. Buon divertimento a queta Fci. Martinello aveva credito presso vari ex colleghi che si sono esposti per lui, come Mario Cipollini (con un lungo video venerdì su facebook) o Moreno Argentin, che ha commentato: «Ci abbiamo provato a sostenere Martinello. Onore e un in bocca al lupo a Cordiano Dagnoni».
A cercare di smorzare i toni una nota dello stesso Martinello: Si tratta di un verdetto che rispetto e ci tengo a ringraziare tutti i delegati e le società che mi hanno sostenuto. Un grazie speciale a tutti gli appassionati che mi hanno seguito e incoraggiato nel lungo percorso affrontato negli ultimi mesi. Faccio i miei migliori auguri di buon lavoro a Cordiano Dagnoni ed esprimo tutta la mia soddisfazione per Norma Gimondi che ha ottenuto un riconoscimento importante come la vicepresidenza nazionale: la sua professionalità e le sue capacità dirigenziali saranno un valore aggiunto per la Fci. Il lavoro avviato in questi mesi non si chiude qui - ha concluso il campione olimpico di Atlanta 96 - . Abbiamo formulato tante proposte e messo in campo tanti progetti che rappresentano una grande occasione per il nostro movimento e vale la pena portarli avanti per il suo bene».
LE REAZIONI
«Non sono proprio felicissimo, come si può immaginare - dichiara il neopresidente del Comitato Veneto, Sandro Checchin - ma la politica è questa, ache nello sport. Amareggia vedere che una regione con tre aventi diritto al voto ora ha il vicepresidente vicario. Con tutto il rispetto per quella regione mi sembra veramente assurdo».
«Purtroppo l'esito delle votazioni - ricorda Raffaele Carlesso - mi rammenta amaramente ciò che avvenne nel mio caso, quando i conterranei lavorarono per togliermi la presidenza e la stessa cosa hanno fatto questa volta. Comprendo quello che vive ora Silvio, perché provato sulla mia pelle. L'ho visto nascere Martinello, una persona stupenda e rispettosa, che ha condotto una campagna elettorale con equilibrio. E' un appassionato del ciclismo ed avrebbe fatto bene».
«Pensavo che l'esperienza di Isetti andasse più avanti e sono molto dispiaciuto per Silvio - dice Bruno Coccato, a sua volta presidente veneto dal 1985 al 2001 - perché poteva essere un innovatore; aveva idee molto aperte e l'ambizione di cambiare un po' la politica federale. Sono storie che si ripetono e lo abbiamo visto anche quando in passato erano in lizza per la presidenza Francesco Moser e Giancarlo Ceruti. Il ciclismo per fare un salto deve avere il coraggio di voler cambiare. Se seguiamo sempre gli stessi stereotipi rimarremo quello che siamo».
«Quel che è successo a Roma - dice Bruno Capuzzo, presidente del Crv dal 2009 al 2013 - si può definire un atto di amara vendetta. Martinello al primo turno ha mostrato di potersi affermare ma al ballottaggio i delegati schierati per l'emiliana Isetti piuttosto che dare le preferenze a lui le hanno passate all'avversario lombardo in considerazione di tutto quello che c'era stato prima tra le diverse cordate. Ed è stato un trionfo lombardo».
Francesco Coppola
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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