Campionato finito? Basket diviso Casarin (Reyer): «Pronti a giocare»

Domenica 29 Marzo 2020
CAOS CALENDARI
Dopo il rugby anche il basket potrebbe calare il sipario sulla stagione per effetto dell'emergenza coronavirus. La federazione ha già decretato la chiusura dei campionati dilettantistici e l'altro ieri è arrivata una richiesta ufficiale dello stesso tenore da parte della Legabasket femminile. Resta aperta, e spinosa, la questione per la serie A1 maschile. Giovedì il presidente della Lega dei club Umberto Gandini ha tenuto aperto uno spiraglio: «La priorità deve essere la sicurezza, abbiamo fatto presente che se c'è una possibilità di ripartire bisogna farlo entro il 16 maggio. È la data limite per riprendere a giocare con un minimo di allenamenti e chiusura entro il 30 giugno».
Ma nelle ultime ore, tra stranieri in fuga e ricavi in picchiata (tre club, tra cui Roma, vorrebbero autoretrocedersi) sta prendendo forza il partito della sospensione definitiva. Forse con la stessa Milano, tra i principali attendisti assieme a Venezia, Virtus Bologna e Sassari, pronta a rompere le righe. E in questo senso ieri si è espresso Dino Meneghin: «Il basket si ferma? È doveroso farlo per preservare la salute degli atleti, dei massaggiatori e dei tifosi - ha detto il presidente onorario della federazione-. Dobbiamo essere tutti ligi alle regole dettate dal Governo. Annulleremo la stagione, è necessario farlo. La vita è più importante dello sport».
DUBBIO SCUDETTO
Non è ancora chiaro, nel caso, se la federazione assegnerebbe lo scudetto alla Virtus Bologna, leader della classifica al momento dello stop e comunque campione d'inverno, oppure lascerebbe il titolo vacante. L'alternativa è provare a giocare a giugno due partite a settimana e chiudere la stagione regolare. Oppure la disputa di playoff ridotti al meglio delle tre partite. L'Umana Venezia è tra i club che non hanno abbandonato il sogno di giocare: è riuscita a tenere tutti gli stranieri a Mestre e sarebbe pronta a ripartire. «I nostri giocatori sono tutti qui e hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e di rispetto per i tifosi» sottolinea il presidente del club, Federico Casarin, che assicura: «Siamo compatti sulla posizione della Lega, la situazione è gravissima e la salute viene al primo posto ma se ci dovesse essere uno spiraglio saremo pronti. Al di là dell'esito della competizione sportiva tornare in campo sarebbe bello per tutti perché significherebbe aver superato l'emergenza. Ci aspetteranno tempi duri, c'è bisogno di un messaggio positivo».
Braccio di ferro tra Fip e Lega? Il presidente federale Gianni Petrucci vorrebbe chiudere ma non forzare la mano. «Alla fine la decisione sta al presidente, io do il mio parere da cittadino - precisa Meneghin-. Il fatto è che nessuno è in grado di fare progetti perché non si vede nessuna luce in fondo al tunnel. Va bene lavorare di fantasia, ma tutti questi ragionamenti non so quando si potranno realizzare».
Intanto il rugby, che ha messo una pietra sopra alla stagione venerdì senza assegnare nessun titolo italiano, si spacca tra chi condivide la decisione della Fir (i club più piccoli che avevano chiesto lo stop) e chi invece suggerisce di aspettare per verificare la possibilità di playoff a giugno, esattamente come il basket. Tra questi ultimi Rovigo e Reggio Emilia in prima fila.
DOCUMENTO
Contatti sono in corso anche con gli altri club di vertice con l'obiettivo arrivare a un documento da inviare alla Federugby per chiedere chiarezza sulle risorse che verranno destinate al sostegno delle società, in relazione anche alla natura dei contratti in essere. Sul tavolo la partita dei premi e della loro eventuale ripartizione. Il clima insomma è piuttosto caldo. E non è un caso che ieri San Donà, Viadana, Colorno, Lazio e Piacenza siano usciti, qualcuno polemicamente, dalla chat dei presidenti di Top12.
Antonio Liviero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci