ALLA DIFESA BIANCONERA SERVE IN FRETTA UN LEADER

Mercoledì 15 Agosto 2018
ALLA DIFESA BIANCONERA SERVE IN FRETTA UN LEADER
IL PUNTO
La prima gara ufficiale dell'Udinese ha sollevato un po' di polvere da sotto il tappeto; una di queste è la mancanza di un leader che possa guidare i tanti giovani compagni, un elemento di esperienza che funga da guida. Soprattutto per quanto riguarda il reparto difensivo, dove Molla Wague e Samir non sono riusciti a tenere in mano le redini del gruppo, poco coadiuvati, e non per sue colpe, da un Nicolas che in questo di gruppo ci è entrato da poco.
NODO PORTIERE
L'ex Hellas di esperienza ne ha, ma non può essere paragonata alle urla continue in campo del vecchietto terribile Bizzarri che, a suo modo, l'anno scorso ha sostenuto con buoni frutti il peso della responsabilità del numero 1, dopo aver scavalcato nelle gerarchie Simone Scuffet. Il friulano è rimasto seduto in panchina contro il Benevento a beneficio del portiere brasiliano che ha convinto nelle parate, un po' meno nella gestione complessiva della partita (uscite, gioco con i piedi). In attesa di capire quale sarà l'impatto di Musso, oggetto ancora non identificato, sull'Udinese o della maggiore integrazione di Nicolas, il ruolo del portiere si sta rivelando un'incognita che non garantisce il massimo della compattezza nella gestione dei momenti critici del match, che sono andati aumentando progressivamente nella serata di sabato.
COLONNE MANCANTI
Con la situazione di Behrami da definire e Angella da sistemare, non passa inosservato di certo anche lo spostamento di Danilo verso Bologna. Saluta dopo 7 anni e oltre 200 presenze in A l'ormai ex capitano, che ha lasciato in eredità la fascia a Lasagna, un ragazzo impagabile che sa sicuramente far parlare il campo, anche se rappresenta il prototipo di leader silenzioso, senza andare mai fuori dagli schemi. Silenzioso lo era anche il brasiliano, ma in grado di farsi sentire in altri modi, anche con gesti eclatanti, a volte esagerati. Un difensore che all'occorrenza sapeva far passare un messaggio ben chiaro, con un'entrata dura o scagliando il pallone nella stratosfera. Si accaserà al Bologna di Inzaghi, che chiedeva un innesto d'esperienza.
DIFESA FRAGILE
Proprio quella che è sembrata mancare alla squadra di Velazquez nella tenuta difensiva, facendo emergere un interrogativo immediato: «Perché non ha giocato Nuytinck?». Non è il solito facile ragionamento con il senno di poi, ma l'olandese, nel parco difensori dell'Udinese, è quello che di esperienza internazionale ne ha più degli altri: Samir a tratti è stato a disagio nel ruolo di centrale rispetto a quello di terzino sinistro, dove all'inizio della sua avventura bianconera aveva fatto intravedere cose favolose. Nemmeno Wague ha sfoggiato una grande prestazione, confermando il dato che lo vede essere più un gregario che un capo, dopo tante stagioni vissute tra la possibilità di essere titolare a Udine e i prestiti inglesi, Leicester e Watford, senza sussulti.
SOLUZIONI DAL MERCATO
Di certo spetta innanzitutto a Velazquez cercare di porre rimedio a questa carenza, riuscendo a tirare fuori Samir dalle incertezze che lo affliggono, a responsabilizzare Wague, a trovare il modo di valorizzare Nuytinck, ma tocca anche al club trovare una possibile soluzione dal mercato. Tanti i nomi valutati, su tutti Sebastien De Maio. Si vedrà poi se un arrivo dell'ultim'ora possa essere sufficiente a far superare la revisione alla difesa dell'Udinese.
Stefano Giovampietro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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