ADDIO PASO, SCHIACCIATE MONDIALI

Venerdì 9 Aprile 2021
IL RITRATTO
La notizia che da compagno di squadra, tifoso, cronista, non avresti mai voluto leggere. Perché di quella persona hai condiviso o raccontato per anni le imprese, le gesta, le migliaia di punti fatti, l'amore infinito per la pallavolo. E invece quando Monica Mezzalira, responsabile del settore giovanile della Pallavolo Padova, ti scrive che Michele Pasinato da oggi insegnerà pallavolo in cielo, ti cade il mondo addosso.
GRANDE LOTTATORE
Il Paso non ce l'ha fatta. Aveva 52 anni. Ha lottato come un leone per cinque mesi, e lo ha fatto in silenzio, come nel suo stile, ma si è dovuto arrendere a un muro che, questa volta, gli ha sbarrato la strada. Lui ha cercato il mani e fuori, ha cercato il pallonetto, ha cercato il lungolinea ma il pallone, questa volta gli è tornato indietro. Con forza devastante. Lui che di palloni con la sua potenza ne ha schiacciati a terra a decine di migliaia, lui che rimane ancora oggi il recordman di punti segnati nella regular season del volley italiano, 7031 in 280 partite. Lui che da Cittadella è arrivato al Petrarca Padova per fare tutto il settore giovanile e poi esordire in prima squadra, arrivando alla conquista della Coppa Cev nel 1994. Si diceva che fosse un ottimo palleggiatore. In realtà il suo destino era quello di tirare, e forte, il pallone. Un futuro da opposto per poi vestire con onore la maglia azzurra prima con Julio Velasco, poi col brasiliano Bebeto, infine con Andrea Anastasi. In tutto 252 presenze e in bacheca due Europei (1993 a Turku e 1995 ad Atene), un Mondiale (1998 a Tokyo), sei edizioni della World League. Con la generazione dei Fenomeni prese parte anche ai Giochi di Barcellona del 1992.
Era il re dei silenzi, ma anche dei fatti. E il dolore è forte, perché il pensiero va alle gioie che questo ragazzo ha regalato a migliaia di tifosi padovani, ma non solo. Alle gioie che ha regalato alla moglie Silvia e ai figli Giorgio e Edoardo, che hanno raccolto da lui la passione per la pallavolo. Impressionante la rassomiglianza con Edoardo, quasi un clone, anche nei movimenti dentro il campo.
UMILTÁ
Michele aveva smesso di giocare nel 2006 a Padova, ultima stagione con il Valsugana, ma pur continuando nella sua attività assicurativa non aveva smesso di restare in palestra. Dava una mano al settore giovanile della Kioene. Una fortuna rara per tanti ragazzi. Perché un suo consiglio era un consiglio di un campione del mondo, ma anche campione di umiltà e di buon senso.
Forse non tutti i ragazzini che Michele ha allenato conoscevano bene la sua storia, semplicemente perché lui non la raccontava, non se la tirava, come fanno molti altri che hanno un vinto un quarto di quello che ha vinto lui. Ma quei ragazzini capivano al volo con chi avevano a che fare. Bastava una parola, uno sguardo, un cenno con il capo per capire quello che Paso poteva trasmettere. Era di poche parole, il Paso. E quando voleva trasmetterti tutta la sua forza, ti piantava scherzosamente l'indice della mano destra sul petto, lasciandoti dei lividi pazzeschi. Era il suo modo per darti il benvenuto nel suo mondo, era il suo modo per dirti che ti voleva bene. E Paso sapeva farsi voler bene. Michele si è arreso a una forza più forte di lui, più forte del suo indice, più forte delle infinite schiacciate messe a terra. La pallavolo italiana e la pallavolo padovana sono adesso con il groppo in gola e sono da ieri più povere. Ma la ricchezza di valori che il Paso ci ha trasmesso in questi anni sono un patrimonio di cui essere fieri ed orgogliosi. Buon viaggio Paso, ci mancherai davvero tanto.
Massimo Salmaso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci