Zero turisti, gli hotel s'improvvisano b&b

Domenica 31 Maggio 2020
L'ACCOGLIENZA
ROVIGO Il Coronavirus colpisce pesantemente le strutture ricettive polesane. Prenotazioni azzerate e vistosi cali di fatturato, turisti stranieri praticamente spariti. Niente calcio, gli affari calano all'hotel Unaway di Occhiobello. «La struttura è rimasta chiusa fino al 18 maggio, poi abbiamo riaperto seguendo il protocollo nazionale di Federalberghi commenta Thomas Zanettin, subentrato dal 2006 nella gestione Abbiamo risentito per il blocco della Serie A, perché molte formazioni si fermavano in ritiro in vista delle partite a Ferrara contro la Spal. Ora ci stiamo organizzando per la ripartenza e per accogliere le formazioni, visto che le partite riprenderanno dal 20 giugno. È difficile quantificare le cifre esatte, ma il calo del fatturato è enorme. Sono tra i componenti di Federturismo Veneto e abbiamo scritto una lettera al Governo per chiedere nuovi aiuti. Prima dell'emergenza ospitavamo 30mila persone l'anno, di cui un 60% di stranieri, considerata la nostra posizione strategica vicino alla A13. Al momento siamo aperti dal lunedì al venerdì e lavoriamo con le aziende, mentre al sabato e alla domenica l'hotel è chiuso. Abbiamo dieci dipendenti, più altri 25 collaboratori impegnati tra ristorazione e pulizie».
IN CITTÀ
Sono mesi estremamente delicati anche per l'Hotel Capital di Rovigo: «Siamo rimasti chiusi dall'8 marzo al 3 maggio, poi abbiamo aperto con prudenza, ma la gente si muove poco. Vediamo dal 3 giugno cosa succederà, quando verranno liberalizzati gli spostamenti tra le regioni. Allo stato attuale le visite sono notevolmente diminuite, l'hotel ha una capienza massima di 164 ospiti, ma la media giornaliera si ferma a una decina di persone spiega il direttore Federico Mercuri Per questo motivo abbiamo introdotto una sorta di gestione a orario: siamo aperti garantendo solo pernottamento e prima colazione, ci sono rigide regole che vietano il buffet. Il ristorante è chiuso e non sappiamo quando riaprirà». L'emergenza Coronavirus ha colpito i lavoratori: «I nostri dipendenti sono 14, al momento lavorano nella struttura due manutentori e due receptionisti, oltre al sottoscritto dice Mercuri Per le colazioni ci arrangiamo. Gli altri lavoratori sono in cassa integrazione, ma non abbiamo abbandonato nessuno, anzi, il personale più bisognoso è stato aiutato con anticipi sul Tfr, ferie e permessi non goduti». I numeri che riepiloga Mercuri sono impressionanti: «A marzo la perdita del fatturato è stimata attorno all'80%, il 90% se consideriamo maggio, in cui siamo aperti da lunedì 4, ma con poche presenze. Sono perdite significative aggiunge il direttore , ma fortunatamente la società di gestione, Hotel&Resort srl, è sana e senza debiti. Ha assorbito il colpo dolorosamente, ma senza prendere drastiche decisioni». Secondo Mercuri, gli effetti della crisi si faranno sentire per l'intero 2020: «Se non ci saranno ricadute, speriamo di tornare pienamente operativi nel 2021, anche per il turismo alimentato dalle comitive straniere». E sugli aiuti del Governo: «La cassa integrazione è stata provvidenziale, nonostante i ritardi nell'erogazione. I finanziamenti a fondo perduto, ancora non arrivati, sono insufficienti».
IN PROVINCIA
La pandemia ha fortemente rallentato il lavoro del Park Hotel Le Magnolie, storica struttura nata a Badia nel 1994. La responsabile Rolena Faggion fa sapere: «Anche se il nostro codice Ateco ci consentiva di tenere aperto, non c'era nessuna prenotazione e abbiamo preferito chiudere fino al 17 maggio. In questa settimana iniziamo a vedere i primi spiragli di luce, arrivano nuove prenotazioni. I tre dipendenti sono in Cig. L'hotel può accogliere fino a 25 persone, ora garantiamo solo il pernottamento e la colazione. L'obiettivo è riaprire il ristorante entro fine giugno».
Alessandro Garbo
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