«Violentata per anni da mio nonno»

Sabato 21 Aprile 2018
«Violentata per anni da mio nonno»
BADIA POLESINE
Sostiene di essere stata importunata dal nonno materno per ben 15 anni. Palpeggiamenti, toccamenti, allusioni, inviti a fare sesso. Nessun atto sessuale, nessun rapporto, ma continui tentativi di sedurre la nipote. L'uomo è stato rinviato a giudizio per il reato di violenza sessuale. Il 5 luglio si terrà il processo al danni di un 84enne residente nella zona di Badia Polesine che è difeso dall'avvocato Barbara Bisaglia, mentre la giovane, che ora ha 27 anni, non si è costituita parte civile. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal giudice Alessandra Martinelli al termine dell'udienza preliminare.
LA VICENDA
Secondo quanto sostiene l'accusa tutto si è svolto in un lunghissimo periodo. Dal 2001 al 2004 e, dopo un sosta di qualche mese in cui la presunta vittima si era allontanata da casa, dal 2005 al luglio 2016. I genitori della ragazza sono separati e la giovane (classe 1991) viveva con la madre nell'abitazione dei nonni materni. La mamma è spasso al lavoro e quindi la figlia trascorreva la maggior parte del tempo con i nonni.
L'ACCUSA
Secondo la giovane il nonno (classe 1934) sin da quando aveva 10 anni la palpeggiava, la toccava, le faceva inviti libidinosi e ci provava continuamente. Teatro delle molestie la zona lavanderia a pian terreno dell'abitazione di una famiglia molto tranquilla. Lontano dai occhi indiscreti, soprattutto della madre nonché nonna della piccola poi diventata una ragazza. Un tormento lunghissimo e continuo, praticamente per ben 15 anni, senza comunque che il nonno fosse mai arrivato ad avere alcun tipo di rapporto sessuale con la giovane.
ECCO IL FIDANZATO
La giovane, definita molto spigliata e vivace, si trova un fidanzato, addirittura esce di casa e va a convivere con il giovane e - secondo quanto sostiene la Procura della Repubblica - solo dopo che si è confidata con il ragazzo ha trovato il coraggio di portare alla luce quanto avrebbe subito. Ne parla con la madre che non le crede. Alla donna tutto sembra inverosimile.
LA TELEFONATA
Allora la giovane registra una telefonata (il file dovrà essere esaminato con attenzione) nella quale sembra che il nonno chieda alla nipote, ormai uscita di casa, un rapporto sessuale in cambio di denaro. A questo punto - pur con la madre titubante - la ragazza si presenta dai Carabinieri e presenta la denuncia querela che fa scattare le indagini.
L'INCHIESTA
Coordinati dalla Procura della Repubblica i militari cercano di fare chiarezza. La ragazza viene sentita anche con un incidente probatorio, ossia un'audizione in forma protetta, di fronte al giudice per le indagini preliminari. Conferma tutte le accuse senza tentennamenti. Così si arriva all'udienza preliminare che porta il nonno al rinvio a giudizio con il processo che sarà celebrato il 5 luglio.
LA DIFESA
Si tratta di una vicenda con molti punti interrogativi. L'anziano, che recentemente ha avuto anche dei problemi cardiaci, respinge qualsiasi accusa e sostiene che le denunce della nipote sono dettate solo da motivi di soldi, richieste non esaudite. Comunque durante l'inchiesta non ha mai detto nulla, è sempre rimasto in silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere. C'è la nonna incredula e la figlia dell'anziana coppia nonché madre della ragazza che apparirebbe ancora incredula e, comunque poco convinta delle accuse formulate dalla ragazza che da qualche anno (anche prima delle ultime accuse) è uscita di casa e ora vive fuori provincia
«Abbiamo piena fiducia nella Giustizia - dice l'avvocato Barbara Bisaglia - e in dibattimento proverò l'innocenza del mio cliente. Per questo non abbiamo chiesto riti alternativi, al processo riusciremo a far emergere la verità».
Paolo Ponzetti
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