Umiliate e minacciate tra le lenzuola sudicie

Sabato 17 Agosto 2019
OFFESE E MINACCE
ROVIGO «A te coparìa!», «Ammazzarti sarebbe poco!», «Cosa vuoi cambiarti tu che sei solo buona a cac...»: sono soltanto alcune delle offese che sette operatrici dell'Iras di Rovigo rivolgevano agli anziani ospitati nella struttura. Schiaffi, gesti bruschi e atteggiamenti di scherno erano messi in atto gratuitamente anche da altre due figure: un addetto alle pulizie, dipendente di una ditta esterna, e un'ausiliaria, dipendente dell'Ulss.
INTERDETTI DAL LAVORO
Tutti e nove accusati dalla Procura di Rovigo di maltrattamenti reiterati in concorso, sono stati interdetti dal lavoro all'interno di strutture sanitarie, sociosanitarie e assistenziali. Così ha deciso il giudice per le indagini preliminari Laura Contini. Le misure interdittive cautelari sono state notificate all'alba di mercoledì dalla polizia, che, attraverso un'indagine durata tre mesi, ha posto fine al sadismo di cui facevano le spese alcune anziane. Violenza gratuita registrata dalle telecamere e dalle cimici che gli agenti della Questura, con la scusa di una presunta fuga di gas, avevano installato a fine maggio in due stanze del blocco arancione dell'Iras, dove sono ospitati anziani non autosufficienti o allettati. Le intercettazioni ambientali erano scattate sulla base della segnalazione ricevuta a fine maggio da una tirocinante che si era accorta dei modi tutt'altro che gentili e professionali con cui alcune operatrici trattavano gli ospiti.
URLA E SCHIAFFI
Uno degli episodi più gravi è quello del 16 giugno: due operatrici della casa di riposo urlano contro un'anziana, la colpiscono con schiaffi sulla fronte e sulla nuca prima di imbragarla con il sollevatore elettrico per spostarla dalla carrozzina al letto. «Ti apro la finestra, la metti fuori?» dice una delle Oss spalancando il vetro. «Che bello, guarda» replica la collega con una risata, rivolgendosi all'anziana. Un'operatrice dirige il sollevatore verso la finestra aperta, lasciando la signora a penzoloni. Poi la collega richiude la finestra e l'anziana atterra finalmente sul letto, tra le risate delle due operatrici. «Paura eh? Chiamati fortunata perché c'è la zanzariera, sennò...» la frase lasciata in sospeso suona come una velata minaccia. «Sai che volo che fai da qua, arrivi direttamente a casa», rincara la dose una delle due, apostrofando l'anziana con parole offensive durante il cambio del pannolone. La signora aveva detto di volersi arrangiare. «Cosa vuoi cambiarti tu che sei solo buona a cac... vieni puzzona».
LE GRIDA DELLE PAZIENTI
Poi l'attenzione delle due Oss si sposta sulla compagna di stanza, agitata e poco collaborativa. L'anziana viene seduta sul letto ma si rifiuta di stendersi. A quel punto le operatrici la afferrano energicamente e la stendono a forza in posizione supina. La signora si agita e grida: per farla smettere una delle due Oss le tappa la bocca con una mano. E, una volta cambiato il pannolone, si allontanano dalla stanza deridendo l'anziana. Il 20 giugno è l'addetto alle pulizie a prenderla di mira: mentre sta lavando il pavimento della stanza 8 si avvicina al letto della donna, schiaffeggiandola sulle mani senza alcun motivo. Non contento, va a prendere lo spazzolone e lo appoggia sul viso dell'anziana. Anche il 24 giugno la donna, come del resto altri ospiti della struttura, diventa bersaglio delle angherie di chi invece dovrebbe assicurarle assistenza e cure. Una Oss, nell'infilarle una maglietta le preme la testa contro il cuscino. Poi quando la donna è in carrozzina al centro della stanza, le spruzza addosso uno spray. E ancora: ospiti schiaffeggiate con guanti in lattice, pizzicate sulle cosce, lasciate a letto per ore inzuppate nella propria urina nonostante le richieste di aiuto. A una di loro, malata di Alzheimer e a cui era morta una bambina di 2 anni, le Oss continuavano a chiedere: «Hai seppellito tua figlia? Allora è morta tua figlia?». Il tutto sotto gli occhi attenti delle telecamere.
NESSUN FRENO
A metà giugno una sentinella elettronica era stata scoperta, ma questo non aveva cambiato l'atteggiamento generale degli indagati che, secondo il gip, avrebbero avuto «una particolare pervicacia criminosa o, comunque, una totale incomprensione delle regole del vivere civile, ritenendo forse di comportarsi correttamente». Invece la loro condotta contro anziani inermi non trova giustificazioni, secondo il gip.
Maria Elena Pattaro
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