TRASPORTI
ROVIGO «Per come è stato gestito e portato a termine, il

Giovedì 22 Marzo 2018
TRASPORTI
ROVIGO «Per come è stato gestito e portato a termine, il contratto firmato tra la Regione e Trenitalia sarà un'altra batosta per i pendolari».
I TIMORI PENTASTELLATI
È il giudizio della consigliera regionale dei Cinque Stelle, Patrizia Bartelle sull'annoso problema del trasporto pubblico ferroviario. «Il ritmo travolgente delle chitarre acustiche di Trenitalia, deve aver contagiato l'ingegner Giuseppe Fasiol, dirigente regionale ai Trasporti che l'11 gennaio, lo stesso giorno nel quale la Giunta regionale lo autorizzò a sottoscrivere velocemente la proroga del contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario regionale e locale fino al 2032».
A RITMO DI ROCK
Per Bartelle è stato imposta un'accelerazione rock con la sottoscrizione di un nuovo contratto della durata complessiva di 15 anni che garantirebbe all'ente committente, cioè alla Regione, un notevole vantaggio in termini di qualità del servizio di trasporto, poiché la durata del contratto consentirebbe all'impresa ferroviaria una maggior efficienza ed efficacia nella pianificazione degli investimenti in materiali rotabili.
REGIONE BENEFICIATA
«Il tutto a beneficio della stessa Regione, ente committente messo in condizione di ottenere investimenti altrimenti non sostenibili per contratti di durata inferiore - ha aggiunto Bartelle -. Questo è quanto si legge nel contratto. Rimane da capire chi favorisce questa fuga in avanti. Del resto, Fasiol, lendinarese d'origine, deve aver verificato di persona la piena congruità del servizio di Trenitalia sulla tratta Rovigo-Verona, e di conseguenza deve aver giudicato modesti incrementi tariffari del 2% nel 2019-2020, del 3% nel 2021-2022-2023 e dell'1,8% dal 2024 al 2032. Si tratta solo del 10% in cinque anni, e del 16,2% nei nove anni successivi, appena più del tasso programmato di inflazione, un vero affare».
COMMENTO IRONICO
Bartelle chiude in maniera ancora più ironica: «È una fortuna per i pendolari veneti, se i nuovi treni di Trenitalia, invece di essere chiamati Rock e Pop, fossero stati chiamati Punk. La convenzione magari sarebbe arrivata al 2062 e le tariffe al 30% in più. Sempre per garantire l'adeguata remunerazione del capitale investito, come scritto nel contratto di servizio».
M.Sca.
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