TRASPORTI
ROVIGO Il treno torna al centro del dibattito, fra timori di cancellazioni

Martedì 21 Novembre 2017
TRASPORTI
ROVIGO Il treno torna al centro del dibattito, fra timori di cancellazioni di linee e promesse di nuovi investimenti da quasi 40 milioni di euro. Mentre a giorni alla stazione di Rovigo inizierà il suo servizio quotidiano Italo, i parlamentari del Pd Diego Crivellari, Giulia Narduolo e Diego Zardini, hanno puntato il dito sulla situazione attuale della linee Verona-Rovigo e Rovigo-Chioggia gestite da Sistemi Territoriali: «Prima smantellano il servizio, poi vogliono sopprimerlo: se la Regione non è in grado di gestire la tratta, venga affidata a Trenitalia», è stato il messaggio che hanno lanciato.
IL PRESIDENTE
Ma proprio dal presidente di Sistemi territoriali Gian Michele Gambato arrivano affermazioni di segno esattamente opposto: «Sono appena uscito ha spiegato ieri pomeriggio da una riunione con i funzionari della Regione nella quale abbiamo valutato le risorse a disposizione per gli investimenti in nuovo materiale rotabile. E le risorse ci sono, nell'ordine dei 38 milioni di euro: dipende ora dalla Giunta se e quando dare il via libera». Gambato non nasconde i problemi: «In questo momento non ci sono carenze sul fronte del personale, ma dobbiamo però fare i conti con treni obsoleti che si fermano spesso. Si parla di mezzi che hanno anche 40anni di servizio quotidiano e che, oggi, sono flagellati da rotture impreviste e purtroppo frequenti. Quest'estate, fra l'altro, abbiamo anche cambiato le fodere in stoffa dei sedili, ma il problema ora è nel motore. Che, essendo diesel, ha inconvenienti maggiori e riparazioni più costose. È a causa del logorio di questi treni che ultimamente i passeggeri hanno dovuto sopportare qualche disagio in più ed è per questo che è stato previsto l'investimento per sostituirli tutti su entrambe le linee».
MOTRICI DIESEL ADDIO
Addio littorine, dunque, ma sui tempi, il presidente di Sistemi Territoriali frena: «Oltre ai passaggi tecnici evidenzia c'è da considerare anche che il mercato del materiale rotabile diesel è molto più ristretto dal punto di vista dell'offerta rispetto a quello elettrico». Accuse, dunque, respinte al mittente: «Ho l'impressione che chi parla di disinteresse, di smobilitazione e di abbandono delle linee forse non sia bene informato». L'attacco dei tre parlamentari, è stato durissimo: «Il metodo classico di uccidere una linea ferroviaria è stato l'affondo di Zardini, Narduolo e Crivellari - ha un ciclo ben preciso e purtroppo collaudato: consiste nel peggiorare progressivamente le condizioni di servizio, così da disincentivare l'utenza e successivamente utilizzare come pretesto la scarsa affluenza di viaggiatori per giustificare la soppressione del servizio: la soluzione ipotizzata dalla Regione in risposta al disastroso servizio ferroviario sulle tratte Rovigo-Chioggia e Verona-Rovigo potrebbe essere la chiusura delle due linee».
Francesco Campi
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