Trasporta clandestini, condannato a 5 anni

Sabato 14 Settembre 2019
TRIBUNALE
ROVIGO Condannato per aver trasportato 13 persone di origine siriana, in fuga dalla guerra civile, ma sprovviste di regolari documenti, dall'Italia verso l'Austria. E una volta pizzicato, non ha detto di averlo fatto per una contrarietà alle norme di contrasto ai fenomeni migratori o per generosità, bensì di essere stato ingannato. La sua versione non è stata creduta e dopo tre gradi di giudizio, è divenuta definitiva la sentenza della Corte d'Appello di Milano, che ha confermato la condanna, già decisa in primo grado nel 2017, a 5 anni di reclusione per Roberto Rizzato, 59 anni, nato a Rovigo. «L'imputato - si legge nella sentenza - era stato sorpreso a trasportare dieci cittadini siriani e aveva dichiarato che gli avevano offerto del danaro e le spese di viaggio per portarli in Germania: le circostanze complessive escludevano che egli fosse stato ingannato dai siriani né che potesse ritenere lecito quel trasporto, anche perché aveva mentito su più punti, rendendo una versione dei fatti non credibile; del resto, aveva ammesso la stipulazione di patto per il trasporto e di non avere verificato i documenti dei siriani, così come aveva ammesso di avere avuto dubbi sulla liceità dell'operazione». La difesa aveva presentato ricorso in Cassazione, perché «considerata la bassa scolarizzazione e la sua impossibilità di rappresentarsi correttamente la situazione e la normativa sull'ingresso di cittadini extracomunitari», si sarebbe trattato di un caso di errore di fatto, previsto all'articolo 47 del Codice civile come causa di non punibilità. «La Corte territoriale - afferma la Cassazione - ha correttamente evidenziato che non era possibile applicare l'articolo 47, poiché il complesso degli elementi emersi escludeva che il ricorrente si fosse formata una idea di realtà diversa da quella effettiva».
F.Cam.
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