Tornano le barricate contro Trentin Ghiaia

Giovedì 24 Gennaio 2019
LA PROTESTA
ROVIGO Si rinfocola la controversia legale e amministrativa tra il Comitato per la difesa della salute e dell'ambiente di Borsea, Sant'Apollinare, Pontecchio e Bosaro e la Trentin Ghiaia, ditta trevigiana operante nella produzione di conglomerato bituminoso, che riguarda da vicino il territorio rodigino in una battaglia che ha visto già in passato il coinvolgimento degli avvocati e che si trascina da oltre dieci anni.
VERTICE IN MUNICIPIO
Nei mesi scorsi il comitato presieduto da Claudio Batocchio e con referente l'ex consigliere comunale Luigi Zanforlin aveva incontrato gli assessori Stefano Falconi (Sicurezza) e Federica Moretti (Urbanistica) e il presidente del consiglio comunale Paolo Avezzù, per illustrare le proprie perplessità sull'insediamento e consegnare copia dell'articolo 23 delle norme tecniche di attuazione del piano particolareggiato dell'Interporto. «Il primo stralcio del quale risale all'amministrazione Avezzù - attacca Zanforlin - ed era ben più rigido di quello poi modificato dalla giunta Merchiori e quindi non sussistono i reclami sulla retroattività posti dalla Trentin Ghiaia. Diversi esponenti politici e di altre istituzioni da tempo provano a cambiarlo, dicendo che noi non vogliamo bene all'Interporto e che con l'articolo 23 non si può nemmeno accendere una stufa, ma non è assolutamente vero, tant'è che diverse aziende, ad esempio la Solmec, hanno acquistato terreni e vi si sono insediate. L'articolo tutela solo la salute pubblica nei confronti di quelle che per legge sono indicate come industrie insalubri di prima categoria».
ZONA INQUINATA
Il tutto in una zona che si caratterizza già per i numerosi sforamenti nei livelli di ozono e polveri sottili e il cui punto focale dovrebbe essere l'intermodalità, vista la possibilità di sfruttare la rete viaria, quella ferroviaria e l'idrovia sul Canal Bianco, uno dei nodi strategici anche in sede di finanziamenti europei per l'area Adriatica e il Mediterraneo in collegamento con i porti di Marghera e Venezia. Nelle prossime settimane si riunirà la conferenza di servizi che dovrà decidere se dare o meno una nuova autorizzazione alla Trentin Ghiaia e il comitato ha recapitato ai membri della stessa una lettera con i propri giudizi ed osservazioni.
PARERI CONTRARI
«Nel 2009 e nel 2012 arrivarono i pareri contrari di Arpav e Ulss, che riscontravano un chiaro rischio per la salute pubblica - continua Zanforlin - Non si capisce quindi come da Palazzo Nodari e in particolare dagli uffici del Settore Urbanistica si sia potuta dare l'autorizzazione a procedere alla costruzione dello stabilimento, tra l'altro prorogata più volte e alla fine neppure tolta dopo che era stata falsificata la data di avvio dei lavori senza che nemmeno si pensasse di mandare qualcuno della Polizia locale a controllare. Poi addirittura sono stati concessi tempi biblici di 150 giorni, quando ne sarebbero stati sufficienti una ventina, per integrazioni mai presentate. Dopo l'impossibilità di completare la prima concessione, ora la Trentin è tornata alla carica e ha presentato una nuova domanda che ci auspichiamo venga bocciata».
ATTESA
Giudizio ora atteso nelle prossime settimane da parte della commissione. «L'area dell'Interporto rappresenta l'unica vera possibilità di sviluppo per Rovigo - conclude Zanforlin -, ma il Comune deve trasformare nel pieno delle sue capacità la destinazione d'uso da produttiva a logistica. In una delle ultime riunioni l'Arpav non si è presentata e il responsabile del procedimento ci disse che in caso di ulteriore assenza si sarebbe proceduto sulla base del silenzio-assenso. Il responsabile provinciale dell'Arpav addirittura ci ha comunicato della volontà di cambiare l'articolo 23 e di come non fosse necessaria la sua presenza in sede di commissione, ma dopo richiesta al direttore generale regionale il giudizio è cambiato, facendo pervenire una missiva in cui di fatto si ribadivano i concetti del 2012 sulla insalubrità. Non siamo quindi di fronte ad un silenzio assenso, ma a un netto giudizio negativo, così come certificato dall'azienda sanitaria in ossequio al principio di tutela dei cittadini».
Andrea Gardina
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