Tino e Renata, uniti da una vita e la decisione di andarsene insieme

Venerdì 28 Febbraio 2020
Venerdì scorso è stato il momento del doloroso addio a Tino Bellinello e della moglie Renata Berto, 87 anni lui, 78 lei, la coppia morta tragicamente a San Valentino. Una storia diversa da quella che ha avuto il suo epilogo drammatico ieri. Perché diversa è ogni vita e così ogni morte. Ma le due storie hanno inquietanti analogie. A cominciare dall'uso della pistola come mezzo per porre fine alla propria esistenza in un momento di sconforto. Attraversava un momento di depressione Tino Bellinello. Un disturbo con cui aveva già fatto i conti Eleonora Pozzato che in passato aveva già tentato gesti estremi. Entrambi non erano malati, né in difficoltà economiche né soli. I rispettivi coniugi sono sempre stati loro vicini. Con amore. Uniti nella vita come nella morte. Per Renata Berto è stato impossibile stabilire se davvero sia stata d'accordo con la decisione del marito, avallandola ed accompagnandolo. Per Luigino Ruzzante, invece, la scelta di accompagnare la moglie è stata chiara, annunciata telefonicamente al fratello, chiedendo scusa e spiegando che senza la moglie la sua vita non avrebbe più avuto senso. Quattro spari. Due coppie unite che si spengono. E che lasciano i propri familiari sprofondare in un cupo dolore che non sembra trovare risposte e spiegazioni. Il suicidio non è mai né razionale, né una soluzione. Per questo, sono attivi vari numeri ai quali chiunque può sempre rivolgersi per avere supporto e aiuto psicologico, come quello di Telefono Amico, 199.284.284, o quello del Progetto InOltre, 800.334.343.
F.Cam.
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