TAVOLO ZONALE
ROVIGO Condividere le misure antinquinamento sulle combustioni di biomasse. Creare una rete tra Comuni per una campagna di informazione con la supervisione della Provincia. E poi condividere azioni strutturali affinché la Regione riconosca incentivi ai Comuni più virtuosi nelle progettazioni ambientali e di miglioramento della qualità dell'aria. Infine, creare un Tavolo di lavoro sulla qualità dell'aria che si respira in Polesine, coinvolgendo le competenze dell'Ulss 5 e dell'Arpav.
LINEE D'AZIONE
Sono le 4 direttive, proposte dall'assessore allo Sviluppo sostenibile del Comune di Rovigo Dina Merlo (in foto), che ieri sono uscite dal Tavolo tecnico zonale a palazzo Celio per cambiare aria in Polesine. Hanno partecipato solo 8 Comuni su 50 (Ariano, Arquà, Bergantino, Bosaro, Ceneselli, Lendinara, Occhiobello, Porto Tolle) oltre al Comune capoluogo, unico in provincia sopra la soglia dei 30 mila abitanti, e quindi dove, dal 1° ottobre al 31 marzo, si applicano prioritariamente le limitazioni al traffico. «Ma prioritariamente non significa esclusivamente», è stato rilevato durante il Tavolo tecnico, per ribadire la necessità di adottare misure condivise perché siano davvero efficaci. Rovigo, dove è in fase di approvazione l'ordinanza che dal 1° ottobre limiterà la circolazione stradale per contenere l'inquinamento, punta come i capoluoghi di provincia veneti a uscire progressivamente dalla zona degli interventi di carattere emergenziale, necessari a sanare la situazione, per adottare misure strutturali come la rottamazione dei veicoli obsoleti, il car-sharing e il miglioramento della mobilità pubblica e dei comportamenti individuali, con una campagna di sensibilizzazione che richiede, però, la cooperazione di tutti i Comuni.
SCELTE CONDIVISE
Ora il Tavolo tecnico zonale invierà a tutti e 50 i Comuni polesani il verbale della riunione, assieme alle proposte fatte durante l'incontro, e così ogni Comune potrà valutare quali scelte fare. Proprio in base agli esiti e alle richieste dei tavoli tecnici zonali in ambito provinciale, la Regione con il Comitato di Indirizzo e Sorveglianza (Cis) farà un ulteriore passo per definire le azioni strutturali dirette a ridurre l'inquinamento atmosferico. La ridotta presenza di amministratori locali al Tavolo in ambito provinciale mostra invece quanto sia necessario che i Comuni stabiliscano, linee condivise: «Occorre condividere un minimo di azioni, e la sensibilizzazione sui temi della qualità dell'aria va fatta in tutto il territorio: ridurre di 1 grado la temperatura degli impianti di riscaldamento - ha ricordato il dirigente del Settore Ambiente della Provincia Vanni Bellonzi - dà benefici alla salute e anche al portafoglio delle famiglie».
TECNICI PRESENTI
Così la riunione, presieduta dalla consigliera provinciale con delega all'Ambiente Sara Mazzucato, è partita dall'esame dei dati sulla qualità dell'aria rilevati dall'Arpav, esposti dai tecnici Salvatore Patti e Luca Menini. È emerso che nel 2019 la soglia stabilita per la protezione della salute umana, vale a dire 35 giorni l'anno con concentrazioni di Pm10 superiori a 50 microgrammi per metro cubo, è già stata superata a Rovigo (51 giorni), mentre è vicina a essere superata ad Adria (32 giorni). Per le polveri sottili la situazione locale nel 2019 è in linea col resto del Veneto: Rovigo, Adria e Villafora a Badia hanno valori simili, a dimostrare che il problema delle polveri riguarda l'intera provincia. Per quanto riguarda l'ozono, utilizzato per misurare la qualità dell'aria nella bella stagione, la media negli ultimi 3 anni ha sempre superato il valore limite. È emerso anche che la strumentazione utilizzata nelle stazioni di rilevamento è obsoleta: nel 2020 arriveranno nuovi strumenti.
Nicola Astolfi
© RIPRODUZIONE RISERVATA ROVIGO Condividere le misure antinquinamento sulle combustioni di biomasse. Creare una rete tra Comuni per una campagna di informazione con la supervisione della Provincia. E poi condividere azioni strutturali affinché la Regione riconosca incentivi ai Comuni più virtuosi nelle progettazioni ambientali e di miglioramento della qualità dell'aria. Infine, creare un Tavolo di lavoro sulla qualità dell'aria che si respira in Polesine, coinvolgendo le competenze dell'Ulss 5 e dell'Arpav.
LINEE D'AZIONE
Sono le 4 direttive, proposte dall'assessore allo Sviluppo sostenibile del Comune di Rovigo Dina Merlo (in foto), che ieri sono uscite dal Tavolo tecnico zonale a palazzo Celio per cambiare aria in Polesine. Hanno partecipato solo 8 Comuni su 50 (Ariano, Arquà, Bergantino, Bosaro, Ceneselli, Lendinara, Occhiobello, Porto Tolle) oltre al Comune capoluogo, unico in provincia sopra la soglia dei 30 mila abitanti, e quindi dove, dal 1° ottobre al 31 marzo, si applicano prioritariamente le limitazioni al traffico. «Ma prioritariamente non significa esclusivamente», è stato rilevato durante il Tavolo tecnico, per ribadire la necessità di adottare misure condivise perché siano davvero efficaci. Rovigo, dove è in fase di approvazione l'ordinanza che dal 1° ottobre limiterà la circolazione stradale per contenere l'inquinamento, punta come i capoluoghi di provincia veneti a uscire progressivamente dalla zona degli interventi di carattere emergenziale, necessari a sanare la situazione, per adottare misure strutturali come la rottamazione dei veicoli obsoleti, il car-sharing e il miglioramento della mobilità pubblica e dei comportamenti individuali, con una campagna di sensibilizzazione che richiede, però, la cooperazione di tutti i Comuni.
SCELTE CONDIVISE
Ora il Tavolo tecnico zonale invierà a tutti e 50 i Comuni polesani il verbale della riunione, assieme alle proposte fatte durante l'incontro, e così ogni Comune potrà valutare quali scelte fare. Proprio in base agli esiti e alle richieste dei tavoli tecnici zonali in ambito provinciale, la Regione con il Comitato di Indirizzo e Sorveglianza (Cis) farà un ulteriore passo per definire le azioni strutturali dirette a ridurre l'inquinamento atmosferico. La ridotta presenza di amministratori locali al Tavolo in ambito provinciale mostra invece quanto sia necessario che i Comuni stabiliscano, linee condivise: «Occorre condividere un minimo di azioni, e la sensibilizzazione sui temi della qualità dell'aria va fatta in tutto il territorio: ridurre di 1 grado la temperatura degli impianti di riscaldamento - ha ricordato il dirigente del Settore Ambiente della Provincia Vanni Bellonzi - dà benefici alla salute e anche al portafoglio delle famiglie».
TECNICI PRESENTI
Così la riunione, presieduta dalla consigliera provinciale con delega all'Ambiente Sara Mazzucato, è partita dall'esame dei dati sulla qualità dell'aria rilevati dall'Arpav, esposti dai tecnici Salvatore Patti e Luca Menini. È emerso che nel 2019 la soglia stabilita per la protezione della salute umana, vale a dire 35 giorni l'anno con concentrazioni di Pm10 superiori a 50 microgrammi per metro cubo, è già stata superata a Rovigo (51 giorni), mentre è vicina a essere superata ad Adria (32 giorni). Per le polveri sottili la situazione locale nel 2019 è in linea col resto del Veneto: Rovigo, Adria e Villafora a Badia hanno valori simili, a dimostrare che il problema delle polveri riguarda l'intera provincia. Per quanto riguarda l'ozono, utilizzato per misurare la qualità dell'aria nella bella stagione, la media negli ultimi 3 anni ha sempre superato il valore limite. È emerso anche che la strumentazione utilizzata nelle stazioni di rilevamento è obsoleta: nel 2020 arriveranno nuovi strumenti.
Nicola Astolfi