Tari, troppe differenze tra Comuni Cna: «Servono aliquote omogenee»

Sabato 18 Agosto 2018
AMBIENTE
ROVIGO L'applicazione della Tassa asporto rifiuti (Tari), la cui tariffa è decisa dai singoli Comuni, rimane al centro della iniziativa della Cna di Rovigo, alla luce anche del recente rapporto Comune che vai, fisco che trovi, dove si evidenzia che l'incidenza della tassazione comunale sulle imprese è del 10% ed è dovuta in particolar modo alla tassa rifiuti, concorrendo alla tassazione complessiva del 60% che grava sulle imprese.
«La Tari afferma David Gazzieri - a fronte degli aspetti ancora nebulosi presenti nella normativa nazionale, ha come certezza i costi che le imprese devono sostenere per far fronte allo smaltimento dei rifiuti, oltre al fatto che molte attività sono costrette a pagare due volte il servizio: la prima rivolgendosi ad aziende specializzate per lo smaltimento dei rifiuti speciali, oltre al pagamento della Tari comunale. Di fatto, come Cna, contestiamo l'impostazione data alla tassa sui rifiuti, definita attraverso delle tariffe, costituite da una parte fissa e da una variabile sulla superficie imponibile, alla quale dovrebbe corrispondere un servizio che va dalla raccolta allo smaltimento, ma che di fatto diventa per le imprese una patrimoniale perché la base di calcolo rimane la superficie dell'immobile suscettibile di produrre rifiuti, senza tenere conto della quantità e qualità dei rifiuti realmente prodotti».
Nella applicazione delle tariffe, prosegue il presidente della Cna, ogni Comune assume una propria delibera e comparando alcune tariffe vi sono evidenti differenziazioni tra realtà e realtà seppur riferite alla stessa tipologia di attività economiche, come evidenziato dai prospetti allegati. Ulteriore diversità sono le date e le rate previste dai vari Comuni per il pagamento della tariffa.
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