SPITZ E CONTROLLI
ROVIGO «No, grazie: non ci servono sceriffi improvvisati

Mercoledì 27 Maggio 2020
SPITZ E CONTROLLI
ROVIGO «No, grazie: non ci servono sceriffi improvvisati per tenere d'occhio la movida: sarebbero completamente inutili». Giacomo Sguotti, proprietario del Corsopolitan, non è d'accordo con l'arrivo in città di una cinquantina di vigilantes ingaggiati dal Comune per garantire il rispetto delle regole contro gli assembramenti. L'esercito dei controllori del divertimento voluti dal ministro Francesco Boccia e dall'Associazione dei Comuni italiani saranno infatti 60mila, scelti tra chi percepisce il reddito di cittadinanza, disoccupati o beneficiari di ammortizzatori sociali. Il loro compito sarà quello di aiutare i Comuni a scongiurare pericolosi assembramenti nei luoghi pubblici della città e all'esterno dei locali. «Chi percepisce il reddito di cittadinanza osserva Sguotti, che è anche esponente locale di Fratelli d'Italia dovrebbe essere impiegato nel lavoro dei campi, visto che nella nostra zona prettamente agricola abbiamo bisogno di manodopera che le aziende fanno fatica a trovare. Ma mettere sulla strada queste piccoli sceriffi con il compito di andare a dividere i gruppetti di giovani che si formano in centro durante il weekend è davvero assurdo e può rivelarsi anche pericoloso».
Contrario agli assistenti civici con il compito di sorvegliare la città e l'esterno dei locali anche Massimo Maltarello, del Pedavena. «È un rischio spiega l'esercente di piazza Vittorio Emanuele -. Se questo delicato ruolo fosse affidato a persone incompetenti potrebbero infatti facilmente scaturire malintesi. A quel punto la situazione potrebbe degenerare, diventando ingestibile per la sicurezza. Preferisco dunque vi sia un controllo in più delle pattuglie». «Una pessima idea commenta Paolo Lorenzi, del Dersut sul Corso - Queste guardie civiche sarebbero inadeguate per svolgere il ruolo di sorveglianza della movida. Si tratterebbe infatti sicuramente di dilettanti allo sbaraglio, si rischierebbe solo di affidare la sicurezza della città a persone inadeguate e, magari, tutt'altro che affidabili». «Per evitare assembramenti davanti agli esercizi continua l'esercente è indispensabile, prima di tutto, il senso di responsabilità dei singoli gestori. A Rovigo, invece, per colpa di qualcuno senza scrupoli rischiamo di pagare tutti».
ESPERIENZE AVVIATE
Una voce fuori dal coro è quella del titolare di Bonfi e La pizza di Nino Stefano Bonvento: «Gli steward - spiega il ristoratore potrebbero essere un aiuto per i locali del centro, non sono contrario a quest'idea. Anche perché sicuramente verrà fatta un'attenta selezione». In centro c'è chi, invece, ha deciso fin dai primi giorni di apertura di affidarsi a dei professionisti per controllare gli assembramenti e garantire la sicurezza del proprio locale. «Ci siamo affidati a un'agenzia di vigilantes spiega Andrea Conforto dei Trani - In questo modo siamo riusciti a riaprire con tranquillità. Si tratta infatti di professionisti che si occupano di sicurezza per mestiere e dunque sanno come gestire il flusso di clienti». Scelta portata avanti anche dal Canevone, dove il venerdì e il sabato, la movida è sotto l'occhio attento dei vigilantes ingaggiati dagli stessi proprietari del locale. Ma quanto costa un'agenzia di sicurezza privata? I prezzi del mercato si aggirano intorno ai 100 euro per circa 5 ore di sorveglianza da parte di ogni steward. Alcuni locali di Padova si sono organizzati con vigilantes a pagamento ingaggiati da due o tre locali vicini per assicurare la svolgimento in sicurezza degli aperitivi, dividendo così la spesa tra esercenti. Per diventare uno steward di professione occorre seguire un corso di formazione, che comprendono lezioni riferite all'area giuridica, sanitaria, antincendio e sanitaria. Sono inoltre previste quattro ore di insegnamento in materia psicologica-sociale e, infine, 42 ore di esercitazioni con simulazioni delle varie situazioni in cui si potrebbe trovare il vigilantes.
Roberta Merlin
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