SPETTACOLI VIAGGIANTI
CANARO Le luci dei luna park sono spente da tre mesi. Le famiglie che vivono di questo mestiere si sentono abbandonate, soprattutto dallo Stato. E la beffa non manca: dal 18 maggio via libera ai luna park, ma tutte le fiere sono state rinviate in blocco.
FIERE ANNULLATE
L'emergenza Coronavirus ha lasciato il segno, anche in provincia di Rovigo. È una situazione drammatica quella denunciata da Paola Bianchi, originaria di Canaro, che ha iniziato a fare questo lavoro 25 anni fa e ora è affiancata dai figli Francesca ed Elia Truzzi. «Non mi vergogno a dirlo, ci siamo fatti aiutare dalla Caritas e abbiamo usufruito dei buoni spesa del Comune - ammette - perché non riusciamo ad andare avanti». Il 23 febbraio 2020 è una data che la famiglia Truzzi non scorderà facilmente: «E' l'ultimo giorno che abbiamo lavorato, c'era il carnevale di Comacchio. In seguito tutto il mondo si è fermato e noi ci siamo adeguati. Dal 18 maggio viene data la possibilità ai luna park di riprendere le attività di spettacoli viaggianti, ma il grande paradosso è che non vengono più organizzate manifestazioni e fiere. Ci sono protocolli interni che siamo in grado di rispettare, possiamo lavorare con mascherine e gel igienizzante - prosegue Paola Bianchi - Noi abbiamo speso a gennaio quasi 350 euro per stilare le domande e un calendario dettagliato delle fiere, per chiedere i permessi fino a novembre. Ora tutti questi eventi sono saltati o bloccati».
APPELLO AI COMUNI
«Ho chiesto ai Comuni se queste domande possono valere per il 2021, mi hanno già risposto che non è possibile - racconta Paola -, quindi dovrò spendere altri soldi per riformulare le stesse domande».
VIDEOCONFERENZA
I giostrai hanno giocato di squadra e si sono ritrovati in videoconferenza per discutere delle problematiche che affliggono il settore. «Ci sono molti gruppi attivi, sia in Veneto che in Emilia - fa sapere la donna - abbiamo discusso con Confesercenti e Anesv, l'Associazione nazionale spettacoli viaggianti. Di sicuro giugno è perso, speriamo di recuperare qualcosa con i luna park al mare per luglio e agosto, noi andiamo sempre a Bellaria e Igea Marina. In ogni caso ripartiamo senza contributi dal Governo. Il futuro ci spaventa».
PAGAMENTI IN ARRIVO
Si avvicina un'altra importante scadenza: «A luglio dovremo pagare l'assicurazione annuale per le giostre, ora ferme in camion da mesi. È una polizza annuale, il costo è elevato. Se non la rinnoviamo, il prossimo anno dovremo stipulare un nuovo contratto e le cifre aumenteranno, perché partiremo da una nuova classe di merito».
LAVORO ALTERNATIVO
Sia la madre che i figli hanno spedito curriculum per trovare un nuovo lavoro in questi mesi, ma al momento hanno sbattuto contro porte chiuse in faccia: «Io sono disponibile anche a lavorare in campagna, mi sono rivolta ad alcune aziende agricole e hanno respinto la mia richiesta - spiega Paola Bianchi - mia figlia Francesca ha fatto richiesta in un supermercato di Occhiobello, ma le hanno risposto che non ha i requisiti adatti».
LE ATTRAZIONI
Con le pesche dei cigni e i tiri in porta (dove a ogni gol in una parte della rete corrisponde un premio speciale), Paola, Francesca ed Elia si sono fatti conoscere in Polesine. «Abbiamo sempre partecipato alle fiere di Fiesso, Canaro, Canda e Bosaro, poi a quella di Cavarzere, nel Veneziano, molto frequentata dai bassopolesani. Lo ripeto, ci siamo fatti aiutare dalla Caritas, ma ci sono tanti colleghi che ora vivono così».
A.Garb.
© RIPRODUZIONE RISERVATA CANARO Le luci dei luna park sono spente da tre mesi. Le famiglie che vivono di questo mestiere si sentono abbandonate, soprattutto dallo Stato. E la beffa non manca: dal 18 maggio via libera ai luna park, ma tutte le fiere sono state rinviate in blocco.
FIERE ANNULLATE
L'emergenza Coronavirus ha lasciato il segno, anche in provincia di Rovigo. È una situazione drammatica quella denunciata da Paola Bianchi, originaria di Canaro, che ha iniziato a fare questo lavoro 25 anni fa e ora è affiancata dai figli Francesca ed Elia Truzzi. «Non mi vergogno a dirlo, ci siamo fatti aiutare dalla Caritas e abbiamo usufruito dei buoni spesa del Comune - ammette - perché non riusciamo ad andare avanti». Il 23 febbraio 2020 è una data che la famiglia Truzzi non scorderà facilmente: «E' l'ultimo giorno che abbiamo lavorato, c'era il carnevale di Comacchio. In seguito tutto il mondo si è fermato e noi ci siamo adeguati. Dal 18 maggio viene data la possibilità ai luna park di riprendere le attività di spettacoli viaggianti, ma il grande paradosso è che non vengono più organizzate manifestazioni e fiere. Ci sono protocolli interni che siamo in grado di rispettare, possiamo lavorare con mascherine e gel igienizzante - prosegue Paola Bianchi - Noi abbiamo speso a gennaio quasi 350 euro per stilare le domande e un calendario dettagliato delle fiere, per chiedere i permessi fino a novembre. Ora tutti questi eventi sono saltati o bloccati».
APPELLO AI COMUNI
«Ho chiesto ai Comuni se queste domande possono valere per il 2021, mi hanno già risposto che non è possibile - racconta Paola -, quindi dovrò spendere altri soldi per riformulare le stesse domande».
VIDEOCONFERENZA
I giostrai hanno giocato di squadra e si sono ritrovati in videoconferenza per discutere delle problematiche che affliggono il settore. «Ci sono molti gruppi attivi, sia in Veneto che in Emilia - fa sapere la donna - abbiamo discusso con Confesercenti e Anesv, l'Associazione nazionale spettacoli viaggianti. Di sicuro giugno è perso, speriamo di recuperare qualcosa con i luna park al mare per luglio e agosto, noi andiamo sempre a Bellaria e Igea Marina. In ogni caso ripartiamo senza contributi dal Governo. Il futuro ci spaventa».
PAGAMENTI IN ARRIVO
Si avvicina un'altra importante scadenza: «A luglio dovremo pagare l'assicurazione annuale per le giostre, ora ferme in camion da mesi. È una polizza annuale, il costo è elevato. Se non la rinnoviamo, il prossimo anno dovremo stipulare un nuovo contratto e le cifre aumenteranno, perché partiremo da una nuova classe di merito».
LAVORO ALTERNATIVO
Sia la madre che i figli hanno spedito curriculum per trovare un nuovo lavoro in questi mesi, ma al momento hanno sbattuto contro porte chiuse in faccia: «Io sono disponibile anche a lavorare in campagna, mi sono rivolta ad alcune aziende agricole e hanno respinto la mia richiesta - spiega Paola Bianchi - mia figlia Francesca ha fatto richiesta in un supermercato di Occhiobello, ma le hanno risposto che non ha i requisiti adatti».
LE ATTRAZIONI
Con le pesche dei cigni e i tiri in porta (dove a ogni gol in una parte della rete corrisponde un premio speciale), Paola, Francesca ed Elia si sono fatti conoscere in Polesine. «Abbiamo sempre partecipato alle fiere di Fiesso, Canaro, Canda e Bosaro, poi a quella di Cavarzere, nel Veneziano, molto frequentata dai bassopolesani. Lo ripeto, ci siamo fatti aiutare dalla Caritas, ma ci sono tanti colleghi che ora vivono così».
A.Garb.