SOLIDARIETÀ
ROVIGO Ha apparecchiato la vetrina come al ristorante, mettendo

Mercoledì 28 Ottobre 2020
SOLIDARIETÀ
ROVIGO Ha apparecchiato la vetrina come al ristorante, mettendo piatti e stoviglie assieme agli abiti. Un tavolo avvolto da una tovaglia bianca, due sedie vuote e l'hashtag non è colpa vostra. Il gesto di solidarietà arriva dal negozio di abbigliamento Irio, la boutique di abiti da uomo aperta a luglio sul Corso da Giulio Pellegrini. «È un gesto che mi sono sentito di fare in segno di solidarietà con tutta la categoria dei ristoratori spiega il 28enne - Ho molti amici che gestiscono locali che ora sono davvero in difficoltà. Sono stati additati come untori, quando non lo sono affatto. Anzi, loro, come noi, si sono adeguati a tutte le regole, hanno investito per mettere a norma i propri locali, rinunciando a buona parte dei clienti pur di rimanere aperti. Ora, invece, viene loro chiesto un nuovo enorme sacrificio, mentre, ad esempio, il sistema dei trasporti continua a essere affollato. Ma la colpa è più semplice farla ricadere sulla movida». Pellegrini ha spiegato di essersi ispirato al messaggio lanciato domenica dal ristorante stellato Le Calandre di Padova. «Il loro post diceva Non è colpa nostra spiega - Così mi sono precipitato nel mio negozio per dedicare la vetrina agli amici ristoratori e proprietari di pubblici esercizi. Un messaggio che vale anche per tutte quelle categorie che stanno pagando le conseguenze delle nuove rigide restrizioni: dal mondo dello spettacolo alle palestre». «Se non lavorano loro fa notare il commerciante , anche i negozi vendono meno. Chi non esce di casa per andare a scuola, in ufficio, al ristorante o al cinema non sente la necessità di rinnovarsi il guardaroba. Ecco perché il danno all'economia non si limita al pubblico esercizio, ma colpisce anche la vendita e dettaglio e l'industria stessa». «Senza contare che l'effetto del Dpcm non sarà quello sperato conclude il negoziante - Molti giovani si stanno organizzando per incontrarsi il sabato sera all'interno delle case, dove nessuno verificherà l'uso delle mascherine e il distanziamento. Ecco perché i locali erano senza dubbio più sicuri da questo punto di vista».
MESSAGGIO IN VETRINA
Il messaggio che Giulio ha voluto lanciare nella sua vetrina, sembra arrivare ai passanti. In molti, ieri mattina, si sono soffermati incuriositi davanti a quel tavolo apparecchiato, ma vuoto.
R.Mer.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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