SINDACATI
ROVIGO «La situazione è complessa, ormai siamo a luglio e

Martedì 30 Giugno 2020
SINDACATI
ROVIGO «La situazione è complessa, ormai siamo a luglio e ancora non si è delineato bene il quadro di cosa ci aspetta il prossimo anno scolastico, non c'è da stare sereni». Giovanni Vascon, da febbraio nuovo segretario generale della Cisl Scuola di Padova e Rovigo, non nasconde le perplessità su una situazione che ha aggiunto difficoltà a un mondo che da molti anni ne viveva, come testimoniato dal ricorso massiccio alle supplenze. Fra l'altro, oltre all'emergenza e alle linee guida diffuse venerdì scorso, c'è da fare i conti anche sulle novità introdotte del decreto Scuola. Solo per citarne una, le graduatorie dei supplenti, tornano in capo all'Ufficio provinciale e non più ai singoli istituti.
LA MODIFICA
«Cambia il sistema telematico e viene tutto concentrato sugli Uffici scolastici provinciali: il problema è che questi non sono più organizzati per questo tipo di lavoro e gli organici sono stati ridotti all'osso perché il compito era stato passato ai singoli istituti scolastici. Con il concorso che è stato indetto dal ministro Azzolina, rischiano di allungarsi tutti i tempi, accavallandosi con l'inizio della scuola fissato al 14 di settembre. Ancora più problematico per una regione come il Veneto dove il numero dei docenti precari nella scuola pubblica arriva quasi al 40%».
Vascon sottolinea come sia «preoccupante anche la mancanza di chiarezza su cosa fare, quando e come per garantire ripresa. Non sappiamo come saranno gli spazi, se verranno mantenuti i parametri come ci sono ora, che portano a paradossi come la cancellazione di una terza e alla formazione di classi con numeri eccessivi. Fare classi di 30 ragazzi è una sconfitta per tutti, non può esserci adeguato diritto allo studio. È inconcepibile già in condizioni di normalità, figuriamoci con la situazione che si è venuta a creare con il virus. Non è una soluzione percorribile nemmeno con docenti eccezionali. A livello di ministero non sono stati in grado di intervenire su questo e il parametro al momento è rimasto. Su questo sono già stati fatti gli organici di diritto».
Se sul fronte della gestione degli organici emergono svariate criticità, non da meno il discorso relativo alla didattica. «Indicazioni non sono state fornite. Se non ci saranno i doppi turni, come si può pensare di andare a ridurre il numero ragazzi in classe? Andiamo a ripescare la didattica a distanza? Andava bene in tempi di emergenza, è didattica emergenziale, che fra l'altro ha fatto emergere mille carenze, sanate solo grazie alla dedizione di tanti professori, con uno sforzo professionale e umano davvero encomiabile. Ma l'attività d'aula resta fondamentale. La didattica a distanza va eventualmente resa complementare della didattica tradizionale, non sostitutiva o alternativa».
SENZA SPAZI
C'è poi il problema del reperimento degli spazi. «Se si devono riadattare dei locali che non sono più o non sono mai stati delle scuola, serviranno interventi e i Comuni, ma soprattutto le Province, già sono in difficoltà nella gestione delle strutture. Se si chiedono degli sforzi economici, servono subito le risorse a disposizione».
F.Cam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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