SICUREZZA
ROVIGO Maddalena De Luca vive giorni di fuoco ed è preoccupata,

Mercoledì 25 Novembre 2020
SICUREZZA ROVIGO Maddalena De Luca vive giorni di fuoco ed è preoccupata,
SICUREZZA
ROVIGO Maddalena De Luca vive giorni di fuoco ed è preoccupata, ma non perde la sensibilità verso le persone. Sono nove mesi che il prefetto vive in prima linea l'emergenza sanitaria, ma le ultime settimane sono diventate persino frenetiche e la tensione sociale è alle stelle. È impegnata giornalmente in riunioni su riunioni per gestire e coordinare i controlli per il rispetto delle normative straordinarie anti-Covid, ma nonostante tutto non perde occasione per ricordare l'unico modo per uscire da questa crisi è rispettare le regole e usare il buon senso: «Siamo parte di una comunità, rimaniamo uniti per salvaguardare la salute di tutti».
Prefetto, i controlli svolti dalle forze dell'ordine stanno restituendo poche multe, ma il comportamento generale non sembra essere così ligio alle regole. Siamo sicuri che basti la linea morbida?
«Serve il buon senso. In generale, in tutte le circostanze, va sempre adottato un atteggiamento di questo tipo, soprattutto in un momento storico così particolare. Stiamo vivendo una situazione di grandi difficoltà ed è un'emergenza di lungo periodo. Quest'ultima è proprio la grande differenza che c'è da qualsiasi altro tipo di emergenza. Nel affrontare un terremoto, per fare un esempio, sappiamo che siamo di fronte a un disastro che ha una durata temporale ridotta, è un evento singolo cui segue una fase di gestione e ricostruzione. Ora, invece, stiamo vivendo un'emergenza diffusa che va avanti da mesi, che interferisce in maniera importante sulle persone e porta con sé difficoltà sociali ed economiche. Quando si interviene in situazioni di questo genere, il nostro faro deve essere il buon senso. Le regole sono fondamentali e il loro rispetto lo è ancora di più. Queste norme non sono state adottate contro una certa categoria per danneggiarla, bensì per la salvaguardia di tutti. Il loro rispetto adesso deve essere scrupoloso. Le persone sono invitate a tenere un comportamento corretto, ma non devono sentirsi messe sotto accusa, piuttosto capire quello che stiamo vivendo e osservare i numeri dei bollettini sanitari. Abbiamo 600-700 morti e circa 30mila nuovi casi ogni giorno».
Siamo sicuri basti il buon senso?
«Le regole vanno applicate. Il primo approccio è sempre collaborativo ed educativo, ma se c'è superficialità o non si ha ben presente la gravità del momento, ovviamente poi la sanzione è inevitabile. Non c'è alcuna volontà persecutiva, andrebbe in realtà vista con il massimo favore».
Ha visto il video di quel negoziante? A chi come lui si sente in difficoltà e ai vigili che lamentano di essere loro poi in campo a parlare con la gente, cosa si sente di dire?
«La Polizia locale, come anche le altre forze dell'ordine, sono chiamate a fare rispettare le regole. Queste attività di controllo, ripeto, dovrebbero essere viste con favore, pur sapendo le difficoltà delle categorie economiche. Sono finalizzate a proteggere la comunità, solo così ne usciremo prima».
Il governatore Luca Zaia ha presentato la nuova ordinanza regionale, servirà a scongiurare un passaggio dal giallo all'arancione o peggio, al rosso.
«Non ho ancora il testo, sto aspettando di riceverlo. Però sì, può servire, a patto che se ne rispetti le norme».
A Natale cosa si farà? Si starà tutti a casa?
«Sarà sicuramente un Natale diverso per gli spostamenti delle persone. Non possiamo pensare nulla di diverso rispetto a ora con numeri così alti. Non parliamo di una curva che ha avuto un'impennata verso il basso, che ci segnala una riduzione importante, piuttosto, se va bene, di un appiattimento su numeri comunque altissimi. Pensare a una libertà di movimento come quella vista in estate significherebbe innescare un'ulteriore innalzamento dei contagi. Io penso che da questo punto di vista della circolazione delle persone, non ci possiamo aspettare niente di diverso. Sarà quindi un Natale in famiglia fatto in una forma più ristretta».
Lei come lo passerà?
«Spero di avere con me la mia famiglia, almeno quel giorno, con i miei figli e mia madre».
Alberto Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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