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ROVIGO C'è un nuovo piano per il salvataggio dell'Iras. L'ipotesi

Venerdì 18 Ottobre 2019
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ROVIGO C'è un nuovo piano per il salvataggio dell'Iras. L'ipotesi è ancora nel pieno della trattativa e quindi è soggetto a qualsiasi modifica, ma risolverebbe definitivamente qualsiasi tipo di problema legale rispetto al progetto attualmente sul tavolo del Comune, che lo stesso primo cittadino Edoardo Gaffeo aveva recentemente bollato come «irrealizzabile».
La soluzione precedentemente proposta da Tiziana Stella, ex commissario dell'Iras, per porre un freno all'emorragia di denaro dell'istituto per anziani, prevedeva la cessione gratuita dello stabile comunale di Casa Serena all'Iras, che a sua volta, invece, l'avrebbe avrebbe venduto all'Ater, l'ente per l'edilizia popolare, per due milioni di euro. Il grande stabile di sei piani di via Bramante, di conseguenza, sarebbe stato suddiviso in questo modo: il 55% dell'immobile avrebbe continuato a ospitare i posti letto della casa di riposo, il 35% sarebbe stato ristrutturato per accogliere alloggi popolari, infine il 10% sarebbe rimasto in gestione diretta al Comune. Un accordo che aveva ricevuto la benedizione della Lega, mirando ad attuarlo attraverso il suo ex primo cittadino rodigino Massimo Bergamin, ma che alla fine è rimasto fermo nel cassetto dopo la sua caduta lo scorso 21 febbraio.
LA NUOVA STRADA
Gaffeo esaminando il piano, invece, aveva subito notato che la cessione gratuita era una strada impossibile da percorrere, ritenendolo comunque una base di partenza per riuscire ad appianare i cinque milioni di euro di debiti dell'Iras. La nuova soluzione che sta circolando in questi giorni in Comune prevede la rescissione consensuale della convenzione di 99 anni tra Iras e Casa Serena fatta oltre quindici anni fa dall'allora sindaco Paolo Avezzù e dal presidente dell'Iras Pierantonio Moretto con lo scopo di affidare a quest'ultimo l'onere delle ristrutturazioni, visto che Palazzop Nodari non aveva né voleva spendere i soldi necessari, mentre l'Iras si sarebbe potuto indebitare, ma gli effetit si sono sentiti a più lungo termine.
Con tale rescissione, il Comune tornerebbe nella piena disponibilità di Casa Serena, potendo vendere direttamente metà stabile all'Ater per 2,5 milioni. La cifra sarebbe poi girata all'Iras sotto forma di contributo, una modalità in passato già adottata dal Comune, visto che Iras fornisce un servizio pubblico di assistenza sociale. L'altro nuovo pezzo di questo complesso puzzle è la vendita ad As2, l'azienda che fornisce servizi tecnologici per la pubblica amministrazione, con soci molti Comuni polesani a partire dal fondatore Rovigo, dell'immobile in cui si trova in via della Resistenza che è di proprietà dell'Iras (era la sede direzionale), per circa 700mila euro. In questo modo il debito sarebbe in gran parte risolto, permettendo all'ente assistenziale di San Bortolo di uscire dal commissariamento regionale e di avviare un piano industriale in grado di evitare, in futuro, il ripetersi di situazioni debitorie di questo genere.
STABILITÀ FUTURA
L'obiettivo del sindaco Gaffeo, inoltre, è quello di evitare che l'Iras abbia introiti esclusivamente dalle rette dei suoi ospiti, spesso inferiori rispetto al reale costo di gestione, sviluppando servizi collaterali come l'utilizzo delle sue grandi cucine per la fornitura di pasti ad altre strutture, presenti da anni a tale scopo e mai realizzato. Si tratta di locali estremamente sovradimensionati rispetto alle reali capacità della casa per anziani, visto che possono produrre fino a mille pasti al giorno e l'Iras, al massimo, raggiunge circa 350 ospiti. L'idea potrebbe essere quella di far partecipare l'Iras ai bandi di fornitura pasti per le mense scolastiche, per esempio, quindi ampliare in quel modo i propri guadagni e ammortizzare i costi di costruzione di quelle immense cucine attualmente non utilizzate, visto che i pasti forniti agli ospiti sono preparati da un fornitore esterno e arrivano pronti per essere serviti.
Alberto Lucchin
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