«Senza di lei non vivo, la faccio finita anch'io»

Venerdì 28 Febbraio 2020
SANGUE A SAN BORTOLO
ROVIGO Una duplice tragedia che sconvolge Rovigo. Una doppia morte, improvvisa e violenta, con una pistola che fa fuoco due volte e vede spegnersi altrettante persone, una coppia di coniugi, lasciando attoniti parenti, amici e conoscenti. E rompendo la tranquillità di una zona al confine fra città e campagna, in una strada privata che si diparte da via Concilio Vaticano II, proprio alle spalle del grande vivaio Bovo Garden, e che sembra quasi un microcosmo fuori dal tempo.
LA SCOPERTA
Mezzogiorno è passato da pochi minuti e il marito torna a casa, per pranzo, come tutti i giorni. Perché, anche se è da poco andato in pensione, continua a lavorare. Luigino Ruzzante, Gigi per gli amici, ha 65 anni, è un elettricista esperto ed ama il suo lavoro. Così come ama sua moglie Eleonora Pozzato, 61 anni. Quella di ieri per lui è una giornata come le altre. Ma, quando apre la porta della sua abitazione, la routine della sua quotidianità è sconvolta da una scena che lo precipita nella più totale disperazione. La moglie, infatti, è riversa senza vita, in camera da letto. Si è sparata con la pistola che tenevano in casa, una Beretta regolarmente denunciata.
APPASSIONATI DI ARMI
La passione per le armi li ha sempre accomunati: un tempo tutti e due andavano anche insieme al poligono a tirare. Pochi attimi per realizzare che la donna è morta. Poi l'elettricista vede l'arma e non pensa altro che a puntarla contro di sé, sparando il secondo colpo letale per porre fine a una vita che non gli sembra più avere senso. Non prima, però, di aver chiamato il fratello, con il quale è stato a lavorare fino a pochi minuti prima. «Eleonora si è uccisa, la faccio finita anch'io, chiedo scusa, mi dispiace, ma non posso vivere senza di lei, era tutta la mia vita», dice sconvolto al telefono.
CORSA INUTILE
Il fratello non fa in tempo a parlare. Richiama invano. Chiama anche il 112, spiega cosa ha appena sentito. E corre, corre più veloce che può a casa di Gigi, l'ha sentito sconvolto e ha paura. Ma, quando arriva, la tragedia nella tragedia si è già compiuta. Eleonora Pozzato, 61 anni, sembrerebbe essersi sparata nel corso della mattina e per lei non c'è nulla da fare, se non attendere il medico legale. Luigino, invece, viene trovato agonizzante. Ma, nonostante lo sforzo dei medici del Suem che hanno praticato tutte le manovre rianimatorie e la disperata corsa in ospedale, si è spento poco dopo: troppo gravi le lesioni provocate dallo sparo alla testa. La loro unica figlia, Laura, che vive a Cerveteri, era già in viaggio dopo essere stata avvisata.
LE INDAGINI
Nei primi istanti dopo la tragedia, davanti al numero 56 di via Concilio Vaticano II, insieme al fratello di Luigino, Luciano, sconvolto, arrivano vigili del fuoco, ambulanze e macchine della polizia. Ad occuparsi delle indagini è infatti la Squadra mobile, guidata dal commissario capo Gianluca Gentiluomo. Il pm di turno è il sostituto procuratore Sabrina Duò. La dinamica, tuttavia, fin dai primi accertamenti compiuti dagli investigatori e dagli uomini della Scientifica, sembra essere lineare e non emergono elementi che possano mettere in dubbio la ricostruzione iniziale. Non vengono trovati biglietti o altri messaggi oltre a quelli riferiti dalle telefonata del 65enne quando ha chiamato i familiari, scoprendo la moglie senza vita, ma emerge subito come la donna avesse in passato attraversato momenti di depressione ed avesse anche già tentato gesti estremi. Per dissipare ogni possibile dubbio, a Eleonora è stato comunque eseguito lo stub, l'esame che serve a valutare la presenza o meno delle polveri che si liberano al momento dello sparo rimanendo sulle dita e sugli abiti di chi esplode un colpo. Il pm Duò ha disposto anche il sequestro delle riprese della telecamera di sicurezza puntata sull'ingresso delle villetta, oltre a quello dei telefoni delle vittime e della pistola. Il quadro è però chiaro nella sua drammatica crudezza.
Francesco Campi
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