Schiaffo alla moglie Panduru torna davanti al giudice

Venerdì 22 Novembre 2019
Un processo scongelato, per lesioni aggravate e minacce nei confronti della moglie, ma che potrebbe nuovamente fermarsi per Deniss Panduru, il 51enne di origini romene residente a Rovigo che lo scorso 17 maggio era stato arrestato dai carabinieri di Este per l'episodio del ribaltamento dello scuolabus che stava guidando, con 13 bambini a bordo, ad Arquà Petrarca. L'accusa inizialmente formulata a suo carico, per quel fatto che aveva fortemente colpito l'opinione pubblica, era di fuga in caso di incidente con danni alle persone, di lesioni personali colpose plurime e di guida in stato di ebbrezza. In seguito la sua posizione si è alleggerita, tanto che il giudice per le indagini preliminari ne aveva disposto il ritorno in libertà.
NESSUNA FUGA
Secondo quanto poi ricostruito, infatti, l'autista non sarebbe fuggito subito dopo il ribaltamento, ma avrebbe aiutato a uscire dallo scuolabus piegato su un fianco tutti i bambini, nessuno dei quali gravemente ferito, e solo in un secondo momento, quando sono arrivati i genitori preoccupati e arrabbiati, si sarebbe dato alla fuga temendo un linciaggio.
LESIONI E MINACCE
In quelle ore era emerso come Panduru, avesse un procedimento in corso che lo vedeva accusato di aver tirato uno schiaffo alla moglie nel febbraio 2017, provocandole vertigini e otalgia con prognosi di 15 giorni anche per una precedente operazione proprio all'orecchio, nonché di averla minacciata, dicendole «quello che ha fatto l'albanese a sua moglie è niente di quello che farei io a te», riferendosi al duplice omicidio commesso al canile di Fenil del Turco nel 2016 da Afrim Begu, poi sparatosi.
MESSA ALLA PROVA
Il processo si era fermato perché era stata accolta la richiesta di messa alla prova, un istituto che ne prevede proprio la sospensione e lo svolgimento da parte dell'imputato di un periodo di lavori socialmente utili, la cui durata e le cui modalità vengono decise dal giudice, di fronte al quale al termine del programma si tiene poi una nuova udienza per valutarne l'esito. Se positivo, il reato viene dichiarato estinto, in caso contrario il processo riprende. Ad interrompere la messa alla prova, con Panduru che stava svolgendo lavori di pubblica utilità al Csa di Adria, è stato proprio l'episodio dell'arresto che aveva fatto sì che venisse fissata una nuova udienza. Ieri, davanti al giudice onorario Anna Di Mascio, la difesa, affidata agli avvocati Marco Casellato e Federico Bardelle, ha prodotto l'ordinanza di revoca della misura cautelare e la sospensione disposta dal giudice di pace del ritiro della patente per 2 anni e 6 mesi che era stato disposto dalla Prefettura subito dopo l'incidente, ottenendo il rinvio a una nuova udienza il 16 gennaio per ascoltare i responsabili del Csa sull'esito del programma di lavori socialmente utili svolti da Panduru e valutare quindi, se il reato possa estinguersi per questa via.
Francesco Campi
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