SANITÀ
ROVIGO La tecnologia non rimpiazzerà i medici, nonostante la

Lunedì 16 Dicembre 2019
SANITÀ
ROVIGO La tecnologia non rimpiazzerà i medici, nonostante la rivoluzione in corso con il digitale e l'intelligenza artificiale, che tuttavia sta avvenendo «tra luci e ombre» e così richiama la classe medica, piuttosto, a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie «per governare il futuro del sistema sanitario, invece di diventare dei videoterminalisti, e per ridefinire e rilanciare la professione medica per la maggiore umanizzazione delle cure verso i pazienti». Nello stesso tempo, però, ai cambiamenti inarrestabili della Medicina si affianca l'aumento dei casi di violenza denunciati ai danni di medici e del personale sanitario, «che si sta verificando anche nella Medicina del territorio», ha ricordato il presidente dell'Ordine provinciale dei medici Francesco Noce, nella domenica che ha visto al Salone del grano della Camera di commercio la 29. Giornata del medico polesano.
GIURAMENTI
L'appuntamento segna, ogni anno, anche un ideale passaggio di testimone, tra il giuramento d'Ippocrate dei nuovi iscritti e la consegna ai migliori studenti delle borse di studio Giuseppe Previtali e Giuliana Ferroni Vallese assieme alle pergamene con menzione speciale, rispetto al conferimento del caduceo d'oro ai medici che hanno compiuto 50 anni di laurea (Annamaria Bernardi, Dino Biasin, Giorgio Mitsas e Gianfranco Temporin). L'intervento del presidente ha inquadrato la situazione locale e nazionale delle professioni mediche e sanitarie, mostrando quanto sia sentita la volontà di garantire il diritto alla salute nonostante le difficoltà e i cambiamenti in atto. Difficoltà che trovano riscontro anche in una società che sta cambiando negli aspetti valoriali, ma che secondo il rapporto Censis 2019, a dispetto del sentimento di incertezza dominante, trova nei medici una certezza: il 90,9% degli italiani ha fiducia negli specialisti e il 90,3% dice che rinuncerebbe di buon grado alla vista di un politico in tv preferendogli scienziati, medici e altri esperti.
Tuttavia, in Italia avvengono in media tre aggressioni al giorno ai danni di medici e personale sanitario. Secondo i dati Inail, nel 2018 sono stati 1.200 i casi di violenza denunciati: si sono verificati soprattutto al Pronto soccorso (456i) e in corsia (400), ma anche negli ambulatori (320). In quasi il 34% dei casi si è trattato di aggressioni fisiche, i restanti verbali. Lo slogan della campagna patrocinata dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici, E poi, la vita chi te la salva?, è efficace nel sensibilizzare l'opinione pubblica, soprattutto perché nello stesso tempo si paga la carenza di specialisti. Punta a risolvere questa carenza una serie di interventi: «Le nuove delibere del Veneto del 5 dicembre - ha spiegato Noce - hanno definito un protocollo per l'istituzione di un tavolo di lavoro permanente per il confronto sul ruolo dei medici, l'attività medica e la programmazione sanitaria nella regione, in particolare per quanto riguarda le carenze di medici». Si punta, inoltre, a livello nazionale, sugli effetti del cosiddetto Decreto Calabria che prevede per le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale la possibilità di assumere con contratti a tempo determinato gli specializzandi agli ultimi due anni, «perché possano operare anche negli ospedali del territorio», ha ricordato Noce.
PIÙ RISORSE
Le conclusioni sono state del dottor Giovanni Leoni, vicepresidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi Fnocmeo: «In meno di due anni sono cambiati tre ministri della Salute. Ora sembra ci sarà un'inversione di tendenza rispetto a un passato in cui si è molto risparmiato sul Servizio sanitario nazionale: da qui alla fine della legislatura il nuovo Governo prospetta l'investimento di 10 miliardi per la Sanità, per avere un sistema adeguato alle richieste dei cittadini». La maggioranza delle persone, quasi il 57% tra coloro che ogni giorno entrano negli ambulatori medici, hanno l'esenzione del ticket, e dimostrano quanto sia necessario il sistema sanitario pubblico a chi non ha risorse per permettersi cure nel settore privato, ha ricordato Leoni.
Nicola Astolfi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci