Quintali di droga dal Marocco In 15 finiscono sotto processo

Martedì 14 Gennaio 2020
Quintali di droga dal Marocco In 15 finiscono sotto processo
GUERRA ALLO SPACCIO
ROVIGO Anni d'indagini con operazioni parallele e mille sfaccettature, che hanno tracciato flussi di quintali di droga, prevalentemente hashish, dal Marocco al Polesine, culminate con l'operazione Taraqa che l'11 ottobre 2016 ha visto la Mobile arrestare 53 persone. Un lavoro colossale, come risulta anche dalla quantità di intercettazioni telefoniche. Proprio quelle la cui trascrizione e, in parte, anche traduzione visto che molte sono in lingua araba, è stata affidata ieri dal Collegio, presieduto dal presidente Angelo Risi, con Silvia Varotto e Sara Zen come giudici a latere, a una consulente che dovrà trasferire su carta in due mesi ben 14 mesi di registrazioni di decine e decine di telefonate quotidiane. In questo filone a giudizio si trovano solo 15 persone, tutte accusate di spaccio.
GLI IMPUTATI
Un terzo sono italiani: Alberto Caleffi, 32 anni, di Ceneselli, Mario Fortini, 65enne di Teolo, Ivan Galiazzo, 49 anni, di Rovigo, Franco Poncina, 53enne di Rovigo e Giulia Simonello, 31 anni, nata in Toscana ma residente in Sicilia. Tutti gli altri sono marocchini: Asif Yuossef, 28 anni, di a Lendinara, Abdelmajid Dridi, 38 anni, domiciliato a Faenza, Abdelhalim El Khatyb, 30 anni, domiciliato in provincia di Mantova, Rahhal En Niya, 42enne, stanziale a Sermide, Said Er Roumane, 27 anni, di Lusia, Hassan Haji, 55enne di a Padova, Mohamed Najah, 42 anni, domiciliato a Lendinara, Moulay Said Talbi, 33 anni, domiciliato a Modena, Azeddine Zagdan, 33 anni, domiciliato a Canda e Abdeljalil El Banani, 35 anni, residente prima a Lusia, poi a Villanova del Ghebbo, infine a Codigoro e ora in carcere. Quest'ultimo, conosciuto dai suoi clienti come Stefano, è finito in quasi tutte le più importanti operazioni antidroga condotte in Polesine. Dopo essere stato arrestato nel luglio del 2016, quando insieme a un connazionale forzò un posto di blocco al casello autostradale di Villamarzana, cercando di disfarsi di 55 grammi di cocaina, era finito prima ai domiciliari, poi in carcere, infine dallo scorso marzo a piede libero: ne aveva approfittato per trasferirsi a Codigoro, dove continuava a lavorare.
L'OPERAZIONE
L'operazione Taraqaaffonda le sue radici nel passato. Ad innescare tutto, nel 2013, l'operazione Cohiba su un piccolo giro di spaccio fra ragazzini con 34 indagati di cui 15 minori. La Mobile, però, ha continuato a scavare, individuando come possibile fornitore dei giovani un marocchino domiciliato a Lusia. E' da qui che è avvenuto il salto di qualità che ha permesso agli inquirenti di arrivare ad individuare i trafficanti di livello superiore, sempre di origine marocchina, che gravitavano, nella Bassa Veronese, nel Mantovano, in Polesine, in particolare fra Lendinara, Badia e Castelmassa, Castagnaro e nella Bassa padovana fra Masi e Megliadino San Vitale. Grazie alle intercettazioni, le indagini hanno conosciuto tappe importanti, su tutte i due sequestri ai porti di Genova e Livorno, con due auto sbarcate dai traghetti provenienti da Tangeri imbottite rispettivamente con 48 e 25 chili di hashish, ben nascosti nella carrozzerie.
Francesco Campi
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