Pronto lo sciopero al Cur: «L'obiettivo è privatizzare»

Martedì 20 Novembre 2018
Pronto lo sciopero al Cur: «L'obiettivo è privatizzare»
ISTRUZIONE
ROVIGO Una crisi fatta scoppiare forse apposta per un altro disegno. È la convinzione che hanno i sindacati per quanto accaduto in questi mesi al Cur, sfociato nell'ultimo atto dell'annuncio di non poter stabilizzare cinque precari che da oltre quindici anni vi lavorano. E così viene indetto un sciopero, martedì 4 dicembre.
Ieri mattina c'è stato il tavolo di conciliazione dal prefetto Maddalena De Luca, ma nulla è cambiato. «Ci viene ribadito che la Fondazione Cariparo non può assicurare di mantenere l'impegno annuo economico a sostenere il Cur - inizia Paolo Zanini, della Fp Cgil - ma già questo fa capire che l'università, l'istruzione, la cultura vengono lasciate in mano ai privati, non agli enti locali. È da un anno che attendiamo risposte dai soci del Cur e nemmeno ora arrivano. Abbiamo apprezzato che al tavolo ci fosse il sindaco Massimo Bergamin, meno che la Provincia abbia mandato nessuno, mentre la Camera di commercio ha mandato un componente dell'ufficio legale».
SOLDI PRIVATI
Zanini sottolinea che Bergamin è a favore della stabilizzazione, ma che servono i soldi «e si torna sempre alla Fondazione. Il 29 novembre c'è la riunione del consiglio d'amministrazione del Cur, ma le risposte devono arrivare prima, non dopo. Per questo, considerando il preavviso che dobbiamo dare, abbiamo indetto un sciopero martedì 4 dicembre».
I sindacati temono che il non poter stabilizzare i precari, nonostante fosse stata verificata la fattibilità legale, sia una foglia di fico e che non ci si deve focalizzare sul caso personale dei precari, perché è il futuro dell'università a Rovigo in ballo.
«Per il 2019 i soldi ci sono, ma è dal 2020 che non ci sono garanzie - continua l'esponente Cgil - ma questo punto si porrebbe ogni anno. Per questo diciamo di metterci a ragionare sul Cur in questo 2019, tutti dicano che intenzioni hanno per l'università».
«È vergognoso che il sindaco e il presidente della Provincia non prendano una posizione marcata - si allaccia Cristina Garbin, della Uil - e in questo tempo hanno lasciato a interloquire Michele Gambato della Camera di commercio, ossia soci privati. E ora, a un mese dalla scadenza dei contratti, viene fuori tutta questa storia. È una strumentalizzazione, secondo noi, per puntare a esternalizzare i servizi, mantenendo così il precariato».
L'impressione, anche per Zanini, è «che si giochi una partita sottotraccia per questo obiettivo. Nei bilanci della Fondazione, la riduzione di 100mila o 200mila euro al Cur per darli ad altri, nemmeno si nota. Si vuole dare la gestione dell'università in mano ai privati e per questo chiediamo un progetto politico diverso. La partita della stabilizzazione è il bivio: o l'università è pubblica, o i privati, come Gambato stesso ha detto, punteranno a un'università mirata al perimetro del territorio e del mercato delle imprese locali, ma a Rovigo arrivano oggi studenti anche da altre province».
Intanto la giunta regionale ha stanziato 50mila euro per il Cur, su proposta dell'assessore all'Istruzione Elena Donazzan. «Con questo provvedimento - aggiunge il suo collega alla Cultura, Cristiano Corazzari - la giunta regionale promuove attività didattiche e formative per favorire l'occupazione e a un equilibrio tra la domanda e l'offerta di lavoro attraverso il Cur».
L.Gig.
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