PORTO VIRO
Addio al Velodromo dei Pini. L'avevano già fatto intuire l'incuria

Domenica 12 Gennaio 2020
PORTO VIRO Addio al Velodromo dei Pini. L'avevano già fatto intuire l'incuria
PORTO VIRO
Addio al Velodromo dei Pini. L'avevano già fatto intuire l'incuria e il degrado in cui è stato lasciato l'impianto negli ultimi dieci anni, i progetti di rilancio arenati e il progressivo disinteresse, ma ora pare che la demolizione sia certa e senza possibilità d'appello. Il vicariato di Chioggia, proprietario dell'area su cui insiste l'oratorio salesiano di San Giusto, ne ha dato conferma al gruppo di appassionati che nel nome di Mirco Crepaldi, il campione locale recentemente scomparso, voleva mettere in atto l'ultimo tentativo per far rivivere la struttura. «Non ci sono margini per sperare - conferma Stefano Ballo - esiste un progetto che coinvolge il Parco e riguarda l'intera pineta, con il ridisegno di tutte le aree sportive e il modo di fruire dell'intera area. Purtroppo, il velodromo viene ritenuto un'opera impattante sotto il profilo ambientale, condizionante sotto quello sportivo e, oltretutto, inutilizzato da anni».
PINETA PREGIATA
In effetti, la pineta di San Giusto è una delle aree a maggior pregio storico e ambientale del comune, tanto da essere inserita nelle aree protette Sic/Zps, cioè siti d'interesse comunitario e zone di protezione speciale. In questo contesto, una struttura in calcestruzzo quale il velodromo, pur già esistente, non sarebbe compatibile e neppure sanabile. La demolizione, così, sarà il primo tassello della riqualificazione. Per prima cosa, con un intervento che pare si aggirerà sui 50mila euro, l'Ente Parco andrà ad acquisire la proprietà dalla Curia, mettendo sotto più stretta protezione le dune fossili ma lasciandola in gestione ai salesiani per le loro attività sociali e ricreative. Il passo successivo vedrà l'ampliamento dell'offerta dei servizi. Il velodromo, come detto, è condizionante perché è una struttura rigida, difficilmente utilizzabile da altri sport, tranne forse il pattinaggio nella parte più bassa. La presenza di ciclisti in pista, poi, impedisce l'utilizzo del campo da calcio - e viceversa - che peraltro, viste le misure della pista, risulta non regolamentare e può essere utilizzato solo per le categorie giovanili. E neppure tutte.
L'ABBATTIMENTO
Tolto di mezzo il velodromo, il campo da calcio potrà essere adeguato e verranno implementate le strutture, in primis una pista di atletica che si presta a più discipline. Perché lo dicono i freddi numeri: il San Giusto è frequentato da circa 250 ragazzini, principalmente per il calcio, mentre i ciclisti su pista sono ormai una rarità. Anche se sembra tutto coerente e logico, qualche particolare non torna. In questi anni la chiusura del velodromo è sempre stata giustificata con la necessità di lavori di manutenzione e di fondi da reperire.
STRUTTURA UNICA
Ma il progetto presentato da Massimiliano Banin, allora ds della Ciclistica Polesana, con tanto di finanziamento da parte della federazione di 100mila euro, è stato lasciato cadere nel silenzio. E qualche anno fa, un amministratore aveva fatto rilevare come, nel comune, i campi da calcio non mancassero, mentre di velodromo ce n'era uno solo ed era perciò assurdo volerlo abbattere. Una struttura, per inciso, che in una realtà come Treviso da anni non si riesce a realizzare per mancanza di fondi. Intanto, visto che non sarà possibile intitolare il velodromo a Mirco Crepaldi, la famiglia e gli amici sono già al lavoro per organizzare una manifestazione, un Memorial, che ne tenga vivo il ricordo.
Enrico Garbin
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