Ponte sull'Adige, lavori in partenza a primavera

Martedì 23 Luglio 2019
VIABILITÀ
ROVIGO Sul tavolo, cinque ipotesi e una rassicurazione: lo stato del ponte sull'Adige fra le due Boara non è tale da richiedere una sua imminente chiusura, ma dei lavori sono necessari e, secondo il primo annuncio, a margine del vertice che si è tenuto ieri a Venezia fra Anas, Regione e i due Comuni di Rovigo e Boara Pisani, la prima data di possibile apertura dei cantieri è nella primavera 2020.
IPOTESI PROGETTUALI
Le ipotesi, invece, sono quelle dei possibili interventi di ammodernamento della struttura, ormai plurisettantenne visto che venne edificata in ferro, subito dopo la fine della guerra, in sostituzione del vecchio ponte in legno, costruito nel 1866 e bombardato nell'aprile del 1945. Si va dal semplice intervento manutentivo-conservativo, fino all'ipotesi sicuramente più interessante per i tanti pendolari che ogni giorno attraversano l'Adige, ovvero una sua completa ricostruzione. In ogni caso, infatti, l'intervento comporterà un esborso notevole. A questo punto, tanto vale, sembra essere il pensiero condiviso un po' da tutti, realizzare un passaggio più largo, eliminando il pericoloso e seccante imbuto, creando corsie più larghe e affiancandole anche da un percorso ciclopedonale.
POSIZIONI AL VAGLIO
Al momento, si tratta solo di idee perché di progetti non ne sono ancora stati fatti. Ma fra quanti si sono seduti al tavolo, gli assessori regionali alle Infrastrutture e al Territorio Elisa De Berti e Cristiano Corazzari, il consigliere regionale Graziano Azzalin, i sindaci dei Comuni di Rovigo, Edoardo Gaffeo, e di Boara Pisani, Luca Pescarin e l'ingegner Gabriella Manginelli, responsabile dell'area compartimentale di Anas, sembra esserci una sostanziale unità d'intenti.
SCAMBIO DI IDEE
«È stato un incontro estremamente proficuo commenta l'assessore De Berti - e soprattutto è servito a chiarire da parte dell'Anas la situazione attuale e le prospettive di intervento su questo che è uno dei ponti più importanti della rete stradale regionale, lungo la Statale 16, di collegamento tra il sud e il nord del Veneto. Intanto è stato stabilito che al momento non esiste alcun rischio di chiusura del ponte, che ha oltre 70 anni e necessita di un intervento di consolidamento, messa in sicurezza e di adeguamento alle nuove esigenze di traffico, prevedendo possibilmente l'allargamento della sede stradale. L'Anas ha anticipato alcune ipotesi progettuali che approfondiremo e condivideremo con i sindaci nei prossimi mesi e soprattutto con la Sovrintendenza, essendo il ponte sottoposto a tutela. Dopo l'estate ci incontreremo nuovamente in previsione dell'apertura del cantiere che non avverrà prima della primavera del 2020».
SOVRINTENDENZA IN CAMPO
«L'intervento sarà concordato con il territorio aggiunge l'assessore regionale e consigliere comunale rodigino Corazzari - in modo che la soluzione dei problemi esistenti sia portata a termine in sicurezza e col minore disagio possibile per le comunità. Il ponte è un nodo cruciale per il Polesine oltre che una struttura stradale di importanza strategica molto più ampia. Di questo c'è la piena consapevolezza, come c'è quella che le condizioni e le esigenze del traffico attuale impongono di intervenire in maniera adeguata non solo sul ponte ma anche sulla viabilità di collegamento».
VIABILITÀ LOCALE
Proprio su questo secondo aspetto punta il dito il consigliere regionale e comunale Azzalin: «Finalmente ci si muove per affrontare il problema della viabilità del nodo nord di Rovigo - osserva - Credo che l'ipotesi più ragionevole per il ponte di Boara sia quella di un nuovo manufatto, molto più largo di quello attuale, in modo da eliminare un problema concreto. Ma con Anas abbiamo condiviso che questo intervento non può essere separato dalla messa in sicurezza della Tangenziale Est, il tratto rodigino della Statale 16, che è uno dei più pericolosi, uno dei punti neri della viabilità polesana: Anas ha dato la propria disponibilità, a settembre contiamo di avere le prime ipotesi progettuali».
Il dialogo tra gli enti locali e l'Anas, quindi, riprenderà in autunno con l'obiettivo di elaborare una soluzione condivisa.
Francesco Campi
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