PIANO DI ZONA
ROVIGO Tre anni decisivi per le sorti del Polesine. L'Ulss 5 e

Sabato 25 Gennaio 2020
PIANO DI ZONA
ROVIGO Tre anni decisivi per le sorti del Polesine. L'Ulss 5 e la Regione hanno illustrato i dettagli del Piano di zona 2020-2022. Seduti allo stesso tavolo il dg dell'azienda sanitaria Antonio Fernando Compostella e Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità e ai Servizi sociali. Il direttore generale Compostella scatta una fotografia molto attenta del territorio: «Il Piano di zona va a ridisegnare per il futuro un ambito nevralgico, perché il Polesine è fragile. Nella provincia di Rovigo c'è il più alto indice di vecchiaia del Veneto - osserva - Il maggior numero di anziani con almeno tre patologie croniche, la più alta percentuale di demenza, il tasso di problemi mentali più alto della regione, l'accesso alle cure ospedaliere percentualmente più alto della regione. in un contesto geografico di dispersione urbana e con la densità di popolazione più bassa del Veneto».
LA RICETTA
C'è solo un fattore da cui ripartire, continua Compostella: «L'unico aspetto importante è il tasso standardizzato di mortalità, via via diminuito negli ultimi quattro anni nella provincia di Rovigo. Significa che gli anziani sono supportati e vengono assistiti nella maniera adeguata da un punto di vista socio-sanitario. Questo è il punto di forza, ma ci sono tante cose su cui lavorare e nuovi bisogni».
Manuela Lanzarin pone l'accento sulle problematiche emerse dal convegno di ieri che ha fatto il punto della situazione: «Il nostro è un sistema socio-sanitario integrato: il Piano di zona è lo strumento a disposizione del territorio e si inserisce nella nuova programmazione regionale, con il passaggio da 22 a 9 aziende sanitarie, la valorizzazione di distretti e comitati dei sindaci. E' uno strumento che indica bisogni e interventi da attuare».
LE LINEE D'AZIONE
L'esponente regionale svela le linee guida-adottate e le cinque aree di riferimento: «Minori e famiglie, il tasso di denatalità; i non autosufficienti e i disabili anziani; la salute mentale; le dipendenze curate dal Serd, come droghe e ludopatia; l'inclusione e il contrasto alla povertà». L'auspicio dell'assessore Lanzarin: «Il salto di qualità deve essere basato su tre concetti sviscerati: evitare la frammentazione di bisogni e risposte, per non lasciare indietro nessun cittadino, puntare sul lavoro di rete tra istituzioni e terzo settore, nell'ottica di progettazione e misurazione degli obiettivi. Infine, capire se questo progetto funziona nella maniera adeguata. Dobbiamo alzare l'asticella e la qualità dei servizi socio-sanitari da offrire alla popolazione, in questo contesto si inseriscono le leggi regionali e i provvedimenti adottati da questa legislatura. Antonio Compostella indica la strada: Ci saranno proposte diversificate per ogni territorio, per capire come combattere questi fenomeni. Il numero uno dell'Ulss 5 apre una parentesi: La ludopatia preoccupa, la consideriamo ormai una vera piaga sociale del Polesine. L'intento dell'incontro di venerdì mattina - ribadisce Lanzarin - è far conoscere agli esperti del settore i metodi del Piano, poi ci saranno tavoli tecnici con popolazione, comuni e associazioni. I lavori verranno sintetizzati in un movimento complessivo, che rappresenterà il Piano dei prossimi tre anni. All'intensa giornata di lavori in Cittadella sanitaria sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Conferenza dei sindaci Franco Vitale, il primo cittadino di Rovigo Edoardo Gaffeo, Maria Carla Midena nelle vesti di direttore unità operativa dipendenze, terzo settore, nuove marginalità e inclusione sociale della Regione Veneto. Durante la mattinata spazio, inoltre, ai contributi di Paola Casson (direttore dei servizi socio-sanitari dell'Ulss 5) e di Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan onlus di Padova.
Alessandro Garbo
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