Parto anonimo in ospedale: due casi in provincia dal 2016 a oggi

Giovedì 25 Aprile 2019
Parto anonimo in ospedale: due casi in provincia dal 2016 a oggi
«Non tutte le donne riescono ad accogliere tra le braccia il loro bimbo, anche se gli hanno dato la vita». E' questa la prima frase del volantino stampato dall'Ulss Polesana nell'ambito del progetto Il tuo segreto, volto a far conoscere il diritto di partorire in anonimato e di non riconoscere il proprio figlio previsto dalla legge in Italia dal 2000. Nel 2016 e nel 2018 si sono registrati, all'ospedale di Rovigo e all'ospedale di Adria, due casi di parto anonimo. Una scelta che, si legge nel volantino, «permette la sollecita individuazione di un'idonea coppia adottante: il neonato vede così garantito il diritto a crescere ed essere educato in famiglia e assume lo status di figlio legittimo dei genitori che lo hanno adottato». Di episodi di vero e proprio abbandono, fuori dalle strutture sanitarie, tuttavia, in Polesine non se ne erano mai verificati. Dall'Ufficio stampa dell'Ulss 5 ricordano un fatto avvenuto nel 2000, quando una pattuglia della polizia trovò una donna nigeriana che stava partorendo per strada, da sola, nascosta. Contro l'abbandono neonatale è attivo anche il progetto nazionale Ninna ho della Fondazione Francesca Rava Nph Italia Onlus e del network Kpmg in Italia, che promuove la conoscenza della legge che consente alle future mamme in grave difficoltà di poter partorire in anonimato e sicurezza in tutte le strutture ospedaliere pubbliche.
F.Cam.
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