PALAZZO DI GIUSTIZIA
ROVIGO L'ex ospedale Maddalena non è tra le migliori

Martedì 18 Febbraio 2020
PALAZZO DI GIUSTIZIA
ROVIGO L'ex ospedale Maddalena non è tra le migliori soluzioni per il Tribunale. I costi lieviterebbero fino a oltre 18 milioni e i tempi sarebbero lunghissimi, forse un decennio. Molto meglio sarebbe trovare un accordo con il ministero per dimezzare il progetto, sovradimensionato, sull'ex casa circondariale di via Verdi per ospitare i 15-20 giovani detenuti del carcere minorile di Treviso che il Dipartimento affari penitenziari vuole chiudere, e la parte restante destinarla al Tribunale. O ancora, facendo una struttura ex novo, si potrebbe usare piazzale Di Vittorio, così come una possibilità sono il Palazzo di vetro della Regione e l'ex Banca d'Italia di via Piva.
LO STUDIO
Tale quadro lo traccia l'ingegner Alessio Pipinato, che con altri professionisti per l'Ordine degli avvocati avevano preparato l'analisi delle possibili soluzioni. «Ci sono sei vuoti urbani in città e li abbiamo analizzati partendo da una base, il fatto che il nuovo Tribunale ha bisogno di 10.500 metri quadri coperti, 13mila con parcheggi e scoperti. Di questi vuoti, quattro sono idonei, due condizionati. I primi sono l'ampliamento della sede di via Verdi nell'ex carcere, poi l'ex questura e l'ex caserma dei vigili del fuoco in via Donatoni, infine piazzale Di Vittorio. I due condizionati sono l'ex caserma Silvestri e l'ex ospedale Maddalena».
SOLUZIONI COMPLESSE
Partiamo da questi ultimi. «L'ex Silvestri, oltre a non sapere le idee del Demanio, ha problemi di accesso: l'unico è il cancello all'incrocio tra le vie Gattinara, Fuà Fusinato e Silvestri, improponibile per il traffico che si avrebbe, nemmeno facendo un ingresso dalle laterali di via Verona, inadatte. L'ex Maddalena ha vari problemi. Gli interni non possono accogliere le sei aule udienze che il Tribunale vuole (oggi ne ha tre) di ampie dimensioni, da 300 metri quadri. C'è solo uno spazio ed è all'ultimo piano, che non va bene perché la gente passerebbe davanti a uffici riservati come la procura. Per fare le aule piano terra si dovrebbero abbattere muri portanti, cosa che farebbe aumentare i costi già alti, intervendo su un immobile di scarsa adattabilità e vincolato: abbiamo stimato non meno di 18,5 milioni di spesa. Poi i parcheggi sarebbero ridotti all'osso perché tutto è vincolato, anche l'esterno e il parco. Sento parlare di 2.500 posti: dove? Nel piazzale ci stanno una cinquantina di auto, l'area a fianco dello stadio Battaglini ne terrebbe un'ottantina e dentro al Maddalena, stanti i vincoli, sarebbero pochissimi gli spazi. Aggiungiamo che ci sono quattro scuole superiori vicine, con punte di traffico alle 8-8.30 e alle 12.30-13. Non è finita: l'ex ospedale è privato, andrebbe acquisito dal Comune, che dovrebbe fare i lavori con i fondi del bando Periferie, 13,5 milioni, ma poi dovrebbe cederlo al ministero perché i nuovi tribunali non possono essere comunali. Solo per fare un accordo simile ci vuole lungo tempo, poi partirebbero le opere: diciamo dieci anni in tutto?».
L'ingegnere aggiunge il problema «sociourbanistico: si svuota il centro urbano, una condanna per la zona. Certo, a Padova si è costruito ex novo, ma lì il centro storico ha tante altre attrattive. Se volessimo comunque seguire questa strada, allora piazzale Di Vittorio è adeguato».
VIA VERDI
L'ex carcere, secondo le vostre analisi? «Il progetto per il Minorile è noto: 5.600 metri quadri per venti ragazzi. Una enormità, anche facendo campi sportivi e altro. Ne bastano la metà, si lasci quella restante ad ampliare la sede del Tribunale. La spesa sarebbe sui 12-14 milioni, ma non bisogna sempre cadere nell'annichilimento da costi: i soldi si trovano, quando servono».
Spunta fuori un'altra proposta. «Il Palazzo di vetro della Regione è occupato solo al 20 per cento da quando non c'è più l'Inpdap. C'è pure l'ex Banca d'Italia di via Piva vicina, che abbiamo visitato. In mezzo tra le due sedi c'è il parcheggio dell'ex Val di Susa, basta riqualificarlo. I due edifici sono pressoché nuovi, costerebbe poco adattarli, dopo averli comprati».
Pipinato conclude con un avviso. «Si fa tanto parlare dei fondi del bando Periferie, ma prendiamoli con le pinze. Abbiamo lavorato per alcuni Comuni di seconda fascia nel finanziamento come Rovigo, hanno già i progetti esecutivi, ma nessuno ha visto un euro finora. Basare le scelte sulla città su questi fondi in realtà incerti nell'erogazione è pericoloso. Bisogna decidere, però, per non farci portare via il Tribunale e magari vederlo costruire a Monselice».
Luca Gigli
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